NOCI (Bari) – Avere le idee chiare sin da bambini, trascorrere tutta la vita e fare qualsiasi scelta in prospettiva della realizzazione del proprio sogno è ciò che ha fatto Gianmarco Fusillo. Il forte desiderio di vivere e lavorare negli Stati Uniti è stato il filo conduttore di ogni suo passo. Oggi Gianmarco, pienamente soddisfatto di ogni sua scelta, dei sacrifici fatti e degli obiettivi raggiunti, vive a Miami dove lavora per aprire un’attività tutta sua, ringraziando chi gli è stato sempre accanto e chi, invece, non ha creduto in lui motivandolo ancora di più a realizzare il suo sogno.
Ti sei avvicinato al mondo del lavoro in età molto giovane. Cosa ti ha spinto a scegliere il lavoro piuttosto che intraprendere la carriera scolastica?
Ho deciso di avvicinarmi al mondo del lavoro, piuttosto che proseguire gli studi, perché sin da piccolo mi ha sempre affascinato la ristorazione. Ho sempre avuto le idee chiare: volevo partire e raggiungere mio zio negli Stati Uniti per proseguire qui il mio percorso professionale. Questa esperienza è stata favorevole sotto molto punti di vista, soprattutto mi ha permesso di accrescere il mio bagaglio culturale, entrando in contatto con molte culture diverse dalla nostra.
Un numero sempre più elevato di giovani si affianca al settore della ristorazione. Pensi che questo possa essere dovuto anche ad una maggiore facilità di impiego in questo settore?
Credo che questo fenomeno sia dovuto al fatto che i media, portando nelle case delle persone programmi tipo Masterchef o simili, abbiamo influito molto sulle scelte dei giovani, influenzando i genitori stessi. Nonostante questo è importante sottolineare che la ristorazione è ben altro rispetto a ciò che viene proposto in quel tipo di trasmissioni televisive: è un mestiere che se non lo si fa per passione non lo si potrebbe fare per tutta la vita. Lavorare in questo settore richiede molti sacrifici, perché è un lavoro che ti tiene impegnato tutta la giornata, e non esistono festività. Se portato avanti con dedizione è un mondo che può dare tante soddisfazioni.
Come è iniziato il tuo percorso professionale?
Ho iniziato il mio percorso ricoprendo il ruolo di cameriere nell'anno 2006/07. Con il tempo ho deciso di avvicinarmi alla cucina e alla pizzeria e, non appena raggiunto un buon livello, ho deciso di partire per la mia prima stagione negli USA, precisamente nell’ottobre del 2008. L’impatto quando inizi una esperienza simile è davvero forte per una miriade di ragioni: dalla differenza di stile del lavoro alla rapidità necessaria per lavorare bene, dalle difficoltà linguistiche incontrate nel dovermi relazionare con persone di nazionalità diversa dalla mia alla difficoltà riscontrata nell’ambientarmi in una realtà completamente nuova. Non è certo stato facile, ma la mia determinazione e la volontà di realizzare a tutti i costi il sogno di stabilirmi qui, mi ha permesso con il tempo di farcela, di adattarmi a tutto, sino al punto di sentirmi parte integrante di questa realtà.
Nei tuoi progetti futuri c’è la volontà di proseguire la tua vita a Miami. Cosa ti fa sentire così distante dal nostro Paese?
Se fossi rimasto in Italia non avrei potuto raggiungere certi obiettivi per la situazione economica che tutta l'Europa sta vivendo e comunque non sono più abituato ai ritmi di vita della nostra società. La routine e la comodità dello stare a casa spesso ti portano in un certo senso a rilassarti, a rinunciare ai tuoi sogni e alle proprie ambizioni perché va a finire che ci si accontenta del minimo. I giovani devono coltivare i propri sogni e realizzarli per un futuro migliore e per una società migliori.
Con il senno di poi, pensi ci siano stati momenti in cui avresti dovuto fare scelte differenti da quelle che hai preso?
Non ho mai dubitato delle scelte che ho fatto. Certo non è facile vivere così lontano da tutte le persone a cui si vuole bene, però realizzarsi spesso vuol dire anche rinunciare a qualcosa di molto importante per se stessi. Penso che se avessi preso una strada differente adesso starei vivendo nel rimorso per non aver provato a raggiungere il mio obiettivo fino alla fine, perché il mio sogno era vivere negli Stati Uniti sin da piccolo .
Ti ritieni quindi soddisfatto degli obiettivi raggiunti?
Dopo i tanti sacrifici fatti per avere il permesso di soggiorno, mi ritengo completamente soddisfatto della mia situazione attuale. La strada è ancora lunga però il fatto di essere qui,di sentirmi parte di questa realtà e di poter pianificare e pensare di aprire una nuova attività a breve, mi fa sentire davvero realizzato. Un particolare ringraziamento va a mio zio Gianni con cui lavoro e a tutte le persone che mi hanno aiutato e hanno creduto in me in tutti questi anni, e anche chi non l’ha fatto perché mi ha dato uno stimolo in più per raggiungere il traguardo più agevolmente.