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Domenico Lestingi e il caso Discarica Martucci: l'inquinamento è vicino?

11 14 santamaria sansonetti lestingiNOCI (Bari) - Interessantissimo incontro di informazione e sensibilizzazione quello promosso da DifferenziaNoci sabato 14 novembre, al Chiostro delle Clarisse, con i conversanesi Domenico Lestingi e Pietro Santamaria chiamati a raccontare del caso "Discarica Martucci", la struttura di Lombardi Ecologia sita tra Mola e Conversano su cui, grazie alla denuncia di Lestingi, ex operaio, pendono oggi diversi capi di accusa, con il reato di disastro ambientale ancora in attesa di "incidente probatorio".

L'inquinamento del percolato, residuato liquido dei rifiuti altamente inquinante e la presenza di rifiuti non convenzionalmente trattati nella discarica nei suoi 35 anni di vita, potrebbero essere già in azione nel sottosuolo, secondo Lestingi, premiato nel 2013 come ambientalista dell'anno da Legambiente. Una battaglia lenta e logorante la sua, anche abbastanza solitaria, ma che disvela possibili scenari di alto inquinamento vicini a noi.

ASSENTI I RAPPRESENTANTI DELL'AMMINISTRAZIONE NOCESE - L'incontro del 14 novembre è il primo di 3 appuntamenti della rassegna "Terra madre. Percorsi di ambiente e legalità": i seguenti sono previsti per il 21 e 28 novembre. Il caso "Discarica Martucci" è il primo dei casi analizzati, estremamente vicino alle nostre zone ed al nostro Comune, infatti i rifiuti nocesi sono ad oggi raccolti nell'impianto complesso che ora sorge nella ex discarica, sequestrata dopo la coraggiosa denuncia di Lestingi. Da sottolineare l'assenza di rappresentanti dell'amministrazione nocese all'incontro.

 IL CASO "DISCARICA MARTUCCI" - Domenico Lestingi è un conversanese da decenni impegnato nel settore: negli anni '90 la sua azienda viene chiamata a lavorare nella discarica Martucci e successivamente l'operaio verrà assunto nella struttura. Il suo racconto di quel che succedeva ogni giorno in discarica è un consapevole "mea culpa" di un operaio che ha visto e agito e per certi versi si è anche reso complice di qualcosa, fino al "No" definitivo, nel 27 marzo 2012, quando con uno scavatore prese a smuovere da solo la terra che dissotterava rifiuti da lui denunciati, ma non riconosciuti dall'azienda accusata. Grazie all'operazione di disvelamento dell'ex operaio conversanese pendono ora sulla Lombardi Ecologia i reati di falso ideologico, omissione di atti di ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture e gestione di rifiuti non autorizzata. Il reato di disastro ambientale è stato stralciato perché in corso l’incidente probatorio, sul quale i periti si avvarranno delle indicazioni di Lestingi per poi portare in tribunale il materiale raccolto ad aprile del prossimo anno. Sui capi di accusa citati Pietro Santamaria è quasi certo che la conclusione sarà la prescrizione, che per il disastro ecologico dura 40 anni e darebbe forse maggior modo di essere eventualmente dimostrato.

11 14 domenico lestingi sulla discarica martucciPietro Santamaria, ex giornalista locale, da sempre battutosi per l'ecologia del suo territorio, andando anche contro la discarica Martucci, è l'autore del libro "L'ultimo chiude la discarica" (Levante Editori), vincitore del “Premio internazionale all'impegno sociale 2015”, organizzato dal Comitato spontaneo antimafie «Rosario Livatino e Antonino Saetta» di Riposto (Catania), conferito anche a nome delle famiglie dei giudici Livatino, Saetta e Costa uccisi a causa del loro impegno antimafia, a coloro che si sono distinti nella denuncia di reati e situazioni illegali, in contesti che non agevolavano l'emersione della verità per tutelare interessi economici illegalmente perseguiti (cit. Eco dalle Città, estrapolata dalla presentazione dell'evento). Le sue domande a Lestingi, ormai "alleato" per questa battaglia, nel corso dell'appuntamento di sabato 14 novembre, sono precise e aiutano il racconto, che cerchiamo di riassumervi.

La Discarica Martucci nasce con il primo lotto nella metà degli anni '80 circa: a fine anni '90 viene chiusa per poi riaprire ampliata e messa in sicurezza nel '96, per un secondo ciclo durato grosso modo fino al 2011, poi nel 2012 il sequestro dietro denuncia di Lestingi: sul posto è però ora attivo un impianto complesso nel quale convergono rifiuti di comuni della zona, Noci compresa, separati tra secco e umido. I primi diventano combustibile da rifiuti per inceneritore, come quello di Massafra e i secondi vengono biostabilizzati e poi portati in altre discariche, ma secondo Lestingi questa procedura non venendo fatta con la copertura dei rifiuti dopo l'essiccamento è praticamente inutile. Inoltre, la discarica, seppur sequestrata, rimane una potenziale fonte di inquinamento per quel che nasconde, percolato su tutto.

IL GROSSO PROBLEMA CHIAMATO "PERCOLATO" - Il percolato è il residuato liquido dei rifiuti, che nel processo di sotterramento dovrebbe essere arginato e possibilmente evitato con l'essicamento dell'immondizia, la copertura della stessa con un telo e uno strato di argilla che dovrebbe impedire l'infiltrazione e la formazione e permanenza di percolato. Così non sarebbe stato fatto nei 35 anni di attività della discarica, che era chiamata per regolamento ad eliminare questo percolato: sarebbero state fatte carte false per dimostrare che la raccolta avveniva, ma in realtà sia per mancanza di depuratori, sia per eccessivi quantitativi del liquido nella discarica e intasamento dei depuratori vicini (pochi in Puglia, dice Lestingi), il percolato è rimasto in discarica Martucci. Sarebbe lì e potrebbe essere già arrivato in grossa profondità ad inquinare le falde acquifere ed il mare stesso, con le conseguenze per la salute dei cittadini connesse e l'ambiente stesso, ma non solo, Lestingi racconta i retroscena della distribuzione di percolato: sarebbe stato usato per irrigare campi temporaneamente abbandonati e poi coltivati, insomma avrebbe contribuito alla crescita di prodotti arrivati poi, forse, sulle nostre tavole.

I SEGRETI DELLA DISCARICA - In discarica arrivavano inoltre pneumatici, fenoli (derivati degli idrocarburi per cui la discarica non era idonea) fanghi industriali ed una "sostanza giallastra difficilmente trattabile"; resti umani, scheletri, balle trattate con cromo che potrebbero essere la causa di alterazioni del sistema nervoso dello stesso Lestingi. Molti si sentivano male per l'aria insalubre della discarica, un collega rischiò anche di annegare nel percolato. Chi erano i colleghi? A volte delinquenti, messi lì da un sistema giudicato marcio dall'ex operaio conversanese, un sistema con "mani in pasta" ovunque, nella sanità, nell'amministrazione, nei laboratori chimici con carte e controlli probabilmente alterati, anche perchè si sapeva in largo anticipo degli stessi e ci si preparava ad hoc per risultare in regola. L'azienda accusata da Lestingi, la sua ex azienda, chiede oggi il fallimento: una S.R.L, società a responsabilità limitata, il chè non promette grandi cose ai suoi creditori, tra cui il Comune di Conversano per una grossa cifra, 2 milioni di euro. Intanto emergono i primi dati sui possibili segreti sepolti nella discarica, il suo probabile inquinamento sul territorio e le possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini: tra Mola, Conversano, Polignano e Rutigliano c'è un'impennata di esenzioni da ticket per tumori (CODICE 048), secondo i dati divulgati dalla Regione Puglia; inoltre sono in corso le analisi sulle acque presenti in discarica e nei terreni intorno e, come già detto, Lestingi sarà coinvolto nella costruzione dell'incidente probatorio per il capo d'accusa di disastro ambientale. "Mi hanno giudicato 'inattendibile', ma sono pronto a dimostrare tutto". Il velo è forse scoperto e giustizia dovrebbe essere fatta nel caso le accuse fossero tutte accertate, ma nel caso di disastro ambientale, le vittime saremmo anche noi. 

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