NOCI – Si è svolta il 25 febbraio la prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati la cosiddetta “Setta delle Bestie”, organizzazione con sede nel novarese e facente capo a un settantanovenne milanese, Gianni Maria Guidi, meglio conosciuto come “Il Dottore”. Il CeSap (Centro Studi sugli Abusi Psicologici) con sede a Noci e avente come presidente la dott.ssa Lorita Tinelli, si è costituito parte civile, nella persona dell’avvocato Marco Marzari, che ha tenuto a rappresentare tutte le vittime di violenze e abusi sia fisici che psicologici.
Gravissimi i capi di imputazione per il Guidi e altri 26 tra i suoi “fedelissimi”: associazione a delinquere; violenza sessuale (anche su minori) e riduzione in schiavitù.
Dichiara l’avvocato Marzari: “La Corte d’Assise di Novara, affermando la legittimazione del CeSAP a rimanere nel processo penale, ha preso atto dell’attività in concreto svolta dall’Ente in tutti questi anni e, di conseguenza, il fatto che l’associazione ha riportato un danno diretto dalle condotte contestate agli imputati”.
Molto soddisfatta anche la Dott.ssa Lorita Tienlli, presidente del CeSap: “Sono molto soddisfatta per la decisione del Collegio di accoglierci come Parte Civile in questo processo. La nostra presenza avrà l’obiettivo di far comprendere agli organi giudicanti la reale condizione che ha favorito il clima di acquiescenza delle vittime che hanno dovuto vivere esperienze così devastanti. Il nostro lavoro pluriennale e su tutto il territorio ci permette di vigilare su un fenomeno molto complesso, com’è quello della manipolazione mentale, e di portare in tutti i contesti possibili, le informazioni derivate dalla nostra esperienza concreta e dalla letteratura scientifica, a tutela dei diritti di tutte le vittime”.
Comuni a tutte le altre organizzazioni settarie i metodi di “addescamento” delle vittime minorenni. La fiducia accaparrata grazie a qualche familiare o amico già presente all’interno della setta, l’allontanamento dalle famiglie (quindi il totale isolamento) e infine le minacce, sotto la cui pressione psicologica le vittime erano costrette a subire abusi sessuali dei più vergognosi e abietti, tanto da indignare la Corte di Cassazione che ha optato per un processo a porte chiuse.
L’indagine sulla “Setta delle Bestie” era partita 2 anni fa, grazie al coraggio di una ragazza riuscita a fuggire dall’organizzazione e che aveva raccontato tutto alle autorità.