NOCI - Nella tranquilla cittadina di Noci, a partire dal cuore delle nostre campagne, Mirko De Leonardis è riuscito concretamente a trasformare, attraverso "Cashuboli”, il concetto di libertà per le persone con difficoltà neuromotorie in un vero e proprio progetto pioneristico. Facendo incontrare innovazione e solidarietà, Mirko ha fondato la prima realtà in grado di offrire esperienze in bicicletta "ad personam", creando un ambiente inclusivo dove ogni individuo, nonostante le sfide fisiche, può imparare a passeggiare su due ruote e assaporare la gioia della libertà in sella a una bicicletta. Il progetto, oggi in fase di crescita e sviluppo, parte proprio da contrada Casaboli (da cui è tratto il nome del progetto). Qui Mirko sta ristrutturando un immobile di sua proprietà che gli è stato lasciato in eredità e che vuole adibire ad “Agri Bike Center”, luogo di ristoro per ciclisti già molto sviluppato in altre regioni di Italia.
[FOTO: pagina facebook Cashuboli]
A Mirko abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire meglio gli aspetti di questo interessantissimo e vincente progetto.
Come hai avuto l'ispirazione per il progetto "Cashuboli" e cosa ti ha spinto a creare tricicli speciali per persone con difficoltà neuromotorie o che utilizza una sedia a rotelle? Chi fa parte del progetto?
L’idea nasce da un bando di qualche tempo fa indetto dall’allora MiBACT, sulla valorizzazione del territorio in bici. Ho sempre visto nel paese di Noci una grandissima ricchezza data dal suo patrimonio culturale, naturalistico, nelle donne e negli uomini, nel suo artigianato. Poi è trascorso del tempo, le idee hanno sedimentato ed è arrivata l’occasione di un nuovo bando indetto da Caritas Italiana che consentiva agli under 35 di
mettere in pratica una nuova idea progettuale. Senza pensarci troppo ad una settimana dalla scadenza ho preso in mano ilvecchio progetto e con un copia ed incolla, una revisione al volo ho mandato il primo abstract. Questa volta ha funzionato. Del progetto, dalla scrittura alla cura degli eventi, ci faccio parte solo io, sulla carta. In realtà una
ruolo importante lo svolge Marilina mia moglie che mi consiglia e mi affianca nelle idee.
Puoi spiegare in dettaglio le caratteristiche e le specifiche dei tricicli adattati che hai sviluppato? Come hai affrontato le sfide tecniche nella progettazione di veicoli che soddisfano le esigenze particolari di diverse persone con disabilità?
Di fatto non creo tricicli speciali. Scelgo il mezzo tra quelli che Remoove, il partner strategico del progetto e di cui Cashuboli è test center, mette a disposizione, li adatto alle richieste ed alle misure del cliente. Scelgo i percorsi ciclabili, poi affianco le ragazze ed i ragazzi nell’approccio fino a quando da soli non raggiungono l’autonomia necessaria. I tricicli sono di fatto di tue tipologie: passivi, in cui c’è una persona che pedala ed una invece che sta ferma ma si gode con l’altra il piacere del giro in bici, e attivi che per muoversi hanno bisogno dell’apporto della o delle persone che la utilizzano. Le bici hanno una ciclistica molto particolare in cui l’utilizzatore siede su una seduta da cui è difficile cadere. I pedali sono facili da raggiungere, vi è quindi la sterzata comoda ed addirittura la
retromarcia. Tutte le bici hanno poi la pedalata assistita e quindi hanno un confort di utilizzo molto elevato.
Cashuboli consente anche agli adulti di tornare ad utilizzare la bicicletta dopo aver affrontato patologie come il Parkinson. In che modo il progetto ha impatto sulla loro vita e quale feedback hai ricevuto da parte di questa comunità?
Credo di fatto che tutti noi non sappiamo fare qualcosa. Possiamo essere abili a fare qualcosa oppure no. Io dal canto mio da piccolo pensavo che i miei errori li facevano tutti e qualche volta c’era chi ne faceva di più e chi di meno. Quindi la disabilità alle volte credo che sia un concetto che non esiste. Esiste il saper fare o il non saper fare. De Andrè diceva meglio questo concetto quando diceva che c’è poco merito nella virtù e poca colpa
nell’errore. Con l’allenamento, con la comprensione e con le giuste maniere ed approcci tutti possono avere la possibilità di fare qualcosa.L’importante è dare una possibilità. Questo è il primo importante passo. Molte volte nelle persone che ricominciano ad andare in bicicletta o ci vanno per la prima volta vedo la stessa felicità che abbiamo provato tutti
quando abbiamo imparato ad andare in bici togliendo le rotelle. Poi il resto lo fa la magia di un giro in bici, la velocità ed un po’ di vento in faccia.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri per il progetto "Cashuboli"? Hai in programma di estendere l'iniziativa ad altre aree geografiche o di sviluppare nuovi modelli di tricicli adattati?
Il progetto di Cashuboli nasce dopo un momento complicato per la mia famiglia. Mia madre venuta a mancare l’anno scorso lascia la masseria di famiglia agli eredi. Io ho sempre visto in quel posto il passato il presente ed il futuro ed in quel luogo con mia moglie abbiamo pensato ad uno spazio di condivisione, dove i ciclisti si incontrino e condividano esperienze. Per quanto riguarda il futuro quello è il primo passo. Per il presente vorrei che sempre meno persone abbiano il timore di essere viste su una special bike. Vorrei che sempre più persone visitino il nostro territorio in sella ad una bicicletta e che Noci diventi una meta turistica inclusiva ed avanguardia della Puglia.
Ricordiamo che è possibile seguire Cashuboli sui canali social Facebook e Instagram.