NOCI - Proseguiamo con le nostre interviste agli artisti che costituiranno il ricco parterre di "Esseri Urbani" il festival che animerà l'estate nocese con installazioni artistiche e altri imperdibili appuntamenti culturali. Vi proponiamo dunque l'intervista al giovane architetto e designer Gabriele Mundula, che si definisce un "non artista" con una curiosità innata di esplorare campi differenti, anche lontani da ciò che rientra strettamente nell'ambito del suo lavoro. Gabriele, come potrete constatare leggendo l'intervista, ha soprattutto tanta voglia di esprimere e trasmettere idee, emozioni e sensazioni.
Ci parli un po' di lei: al livello biografico ma soprattutto per quel
che concerne il suo operato, ciò di cui si occupa.
"Sono un ragazzo laureato in architettura al Politecnico di Milano qualche anno fa e, attualmente, ho la fortuna di poter lavorare come architetto in un piccolo studio della provincia di Milano. Quasi subito dopo la laurea sono partito per andare a fare un'esperienza in Botswana (al confine con il Sud Africa) della durata di tre mesi. Ho vissuto in un villaggio tipico del posto, in mezzo a case costruite con fango e paglia e lontanissimo dalle città urbanizzate, aiutando una nostra conterranea nel suo studio di architettura. Terminata quest'esperienza, ho lasciato passare ancora un po' di tempo prima di entrare nel mondo del lavoro per portare avanti in autonomia dei concorsi di design che volevo assolutamente approfondire. Sono troppo curioso e mi piace trovare schemi e soluzioni in cose al di fuori della semplice sfera di mio interesse.
Che cos'è per lei l'arte?
"Da non-artista non saprei come rispondere a questa domanda evitando grossi paroloni e frasi precompilate, perciò mi limiterò semplicemente ad affermare che, quando una persona riesce a manipolare la realtà secondo il suo mondo interiore fino a creare un "qualcosa" che esprima a pieno il suo essere, ha colto il significato del fare arte. Se poi questa cosa riesce anche ad uscire dal suo mondo ed entrare in sintonia con gli altri, l'effetto si amplifica ancor di più, diventando infine la realtà stessa. Secondo me l'arte è sintonia, con sè stessi e poi con il prossimo".
Cosa l'ha spinta o meglio cosa l'ha stimolata rispondere alla call di "Esseri Urbani?"
"Ho visto il bando e semplicemente ho tentato, senza pensarci troppo su. L'idea l'avevo già in mente da un po' ma avevo bisogno di un palco dove poterla mettere in scena e questa mi sembrava l'occasione perfetta, sia per il tema proposto ma soprattutto per il luogo".
Senza descrivere dettagliatamente l'opera o le opere(sarà una piacevole sorpresa degli spettatori andare a scoprirle) parliamo al livello puramente concettuale di quale contributo intende apportare al festival "Esseri Urbani". Ci saranno sicuramente una tematica, un concetto o un insieme di valori che si sarà proposto di evidenziare
"Io spero che il mio intervento possa riuscire a far comprendere alle persone che tutto è collegato e che ogni cosa che diciamo o facciamo ha una conseguenza, prima verso noi stessi e poi, come riflesso, verso il mondo esterno. E' brutto da dire ma molte volte facciamo finta di niente e nascondiamo i nostri errori dietro a un filo d'erba, disimparando invece che imparare da essi.
La pandemia, in questo caso, rappresenta l'esempio perfetto di ciò che penso e di come invece spererei che andassero le cose (in un mondo alternativo a quello della realtà). Vedremo, sono proprio curioso di vedere come verrà usata!
Grazie per la disponibilità, Gabriele. Buon festival e buona realizzazione di ogni suo progetto
"Grazie a voi!"