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Mediazione Familiare: semi di pace nel caos del conflitto

10 08 MediazioneFamiliareNOCI – Mediazione familiare: sicuramente molti di voi lettori avranno già sentito questa definizione. Ma siamo certi di sapere davvero in cosa consista? Spesso e volentieri, infatti si tende ad averne un’idea totalmente distorta. E’ facile pensare che si tratti di un tentativo di far tornare a tutti i costi assieme una coppia tra cui ormai qualcosa si sia irrimediabilmente rotto. Non è affatto così, e ce lo spiega chiaramente la Dott.ssa Dora Tinelli, che a seguito di un percorso formativo e personale ha scelto di lasciare l’avvocatura per dedicarsi alla mediazione familiare, penale e scolastica oltre che al life designer.

“C'è sempre un punto di contatto, anche quando sembra improbabile. Nel mio modo di sentire entrambe le professioni, fra l'avvocatura e la mediazione, il punto di contatto è la parola conflitto”- esordisce la Tinelli a cui chiediamo esattamente in cosa consista la mediazione familiare anche per sfatare certe errate convinzioni instaurate nella gente.
“Significa trasformare il conflitto in un’opportunità, lasciare da parte il suo potere distruttivo e coglierne l’energia costruttiva. Non è detto che una coppia debba necessariamente riunirsi, anche se (ci mancherebbe altro) siamo felici quando accade. La mediazione familiare è un percorso che aiuta a vivere la separazione come una scelta consapevole presa con la massima serenità possibile, e non come una reazione avventata. I mediandi, tra l’altro, possono sperimentare nuove modalità di comunicazione grazie alle quali essi saranno pronti ad affrontare pacificamente gli aspetti che riguardano la separazione e le scelte relative ai propri figli. Accompagnati dal mediatore familiare, che è un professista neutro, imparziale ed equi-vicino rispetto ai mediandi, essi potranno trovare accordi liberi e condivisi per il benessere proprio e dei propri figli. Ovviamente si tratta di un percorso che è opportuno intraprendere soprattutto quando ci sono figli minori. Perché se pur si sceglie di non essere più una coppia, il “noi genitoriale” non può mai cessare di esistere. E se gli ex coniugi arrivano a maturare un rapporto disteso e civile, senza farsi eterna guerra, anche i figli cresceranno in un clima più sereno”
A questo punto, incuriositi, abbiamo chiesto alla Dott.ssa Dora Tinelli cosa abbia fatto scattare quella molla che l’ha portata ad abbandonare l’avvocatura, a dire addio alla toga e alle aule di tribunali, a trasformare anche l’arredo del suo studio legale. Non ci è sfuggita la presenza di un tavolo rotondo, privo di quegli spigoli che possono far mare. Rotondo come ciò che alla fine risulta compiuto. Uno studio che è ancora in fase di trasformazione, e non mancano al suo interno stralci di scritti che incitano alla pace e al “Per-dono”, come lo definisce la Tinelli. 

"Sceglievo di fare l'avvocato un po' di anni fa, perché conoscevo una sola strada per "trattare" il conflitto: avere ragione; quindi lottare per averne. Lottare per la tutela dei diritti violati; per avere giustizia. In quella prospettiva, c'è sempre un torto ed una ragione; c'è anche qualcuno contro cui lottare, in genere fuori. Attraverso quella stessa strada, ho incontrato la mediazione familiare. Essa mi ha accompagnata VERSO il conflitto; insegnandomi a guardarlo, dapprima da lontano e, passo dopo passo, sempre più da vicino, fino a cercare di comprenderlo, per poi vederlo come alleato. In questo passaggio, cambiava anche il mio vocabolario. I termini "contro", "controparte" (proprio dell’avvocatura), erano sempre più distanti da me. Il "contro" (essere contro l'altro), si trasformava in "con" (siamo insieme per...). La parola "giudizio" presupponeva un essere giudicato, mentre lavoravo su di me per imparare a non giudicarmi e a non giudicare”- ci dice la Dott.ssa Tinelli, in maniera ancora più sentita, prosegue spiegandoci perché la mediazione sia diventata ad oggi la sua missione.
“Mi sono resa libera, quindi, di attraversare il ponte che mi spostava verso la mediazione, riconoscente e grata alla strada percorsa, con un altra prospettiva negli occhi, un'altra visione, un'altra missione. Scelgo la Mediazione perché credo fortemente nel valore e nel potere di ogni conflitto (Che come ogni potere, può essere distruttivo o costruttivo) e credo fortemente nel potere di ogni essere umano di trasformare tutto ciò che vive nella più grande opportunità. Siamo ponti e possibilità infinite. Oggi sono roba anche del Per-dono, che si manifesta in me e attraverso me. La mediazione ed il perdono lavorano insieme, dentro di me, per "liberarmi" da me e ricondurmi a me. E da me, procedere verso destinazioni infinite. Il Perdono è un percorso di liberazione. Ed è per dono che io oggi scelgo di percorrermi ancora e rendermi dono per chi è e sarà nella stanza di mediazione con me, per chi incontrerò nelle carceri, nelle scuole o per strada. Non si può trattenere per sé un dono, così scelgo di dare ad altri ciò che io ho ricevuto, perché sia onorato e non si fermi. Sono semi di pace nel caos del conflitto”. Alla Dott.ssa Dora Tinelli auguriamo il meglio nel continuare a svolgere questa sua nuova professione-missione.

 

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