NOCI (Bari) - È partito ieri, a seguito anche di una determina comunale che ne approva l'operatività, il progetto "Alloggio sociale per adulti in difficoltà" proposto dalla società cooperativa sociale Dimensione Famiglia. Il progetto ha scopi molto nobili: aiutare adulti che hanno perso l'orientamento esistenziale e/o economico per riprendere piena coscienza di sé e ritornare alla vita nel mondo che li circonda.
L'attività di accoglimento e reinserimento sociale ha luogo presso la struttura adiacente al santuario della Madonna della Croce di cui la referente e organizzatrice progettuale è suor Liana Zambonin. Suor Liana, riveniente dall'esperienza del GAM (Gioventù Ardente Mariana) ha lanciato l'idea progettuale che ha incontrato il parere favorevole del settore Servizi Sociali del Comune di Noci.
Da ieri la struttura può ospitare sino ad 8 persone-utenti che possono intraprendere un percorso individuale e collettivo all'interno della casa/habitat per il reinserimento sociale. Attenzione però, la struttura non risponde ai requisiti sanitari pertanto chi decide la permanenza all'interno della struttura lo fa in maniera del tutto libera ed autonoma.
«È fine essenziale della Sociètà Cooperativa Sociale Dimensione Famiglia – ci descrive Suor Liana (in foto) - riconoscere la Sacralità del soggetto e di come egli incarna i valori nella sua singolarità; rendere capace ogni individuo di essere in relazione col mondo e le persone e prendere una distanza che lo rende libero sia dai suoi vissuti che dalle persone con cui convive. Tutto questo è portato avanti in un ambiente familiare che permette alla persona di progettarsi costruendo visioni di sé e del mondo autonome, di essere libero e responsabile del progetto della sua vita». Ed ecco perché chi sceglie di avvicinarsi al progetto viene seguito passo passo nel suo percorso. Vi sono persone che intraprendono studi universitari oppure che iniziano a svolgere attività manuali.
Ovviamente, come in una comunità che si rispetti, all'interno della struttura vi sono delle regole da rispettare per la convivenza civile. La struttura è dotata sia di camere personali che di luoghi comuni che gli stessi ospiti debbono mantenere puliti ed ordinati. Oltre alle otto persone-utenti, vi sono anche i professionisti del settore che contribuiscono al percorso psicofisico. Almeno sette più qualche volontario.
«Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere in questo progetto sono essenzialmente tre – continua a spiegare suor Liana – rinforzare la soggettività, rinforzare la capacità intersoggettiva, dare l'orizzonte di senso all'interno del quale ogni soggetto acquista significato e orientamento, e la costruzione di un progetto di vita». La permanenza all'interno della struttura per i soggetti meno abbienti è limitata a sei mesi che possono essere tuttavia rinnovabili a seconda dell'iniziativa di recupero del soggetto.
Non si vive solo di buoni propositi e quindi suor Liana lancia un appello all'intera cittadinanza affinché, attraverso donazioni di ogni tipo purché inerenti con la vita di comunità, si possa portare avanti il progetto di alloggio sociale per adulti in difficoltà. Infine la stessa promette a breve una cerimonia inaugurale della struttura.