NOCI (Bari) - Il ciclo di incontri per gli esercizi spirituali promosso dalla consulta Pastorale Giovanile di Noci va a buon fine. "Perchè la tua fede non sia solo un caso", questo il titolo proposto per l'occasione e questo anche il tema su cui i giovani della consulta hanno voluto che si riflettesse. La fede, un aspetto della vita dell'individuo oggi tanto discusso, dimenticato, abbandonato.
In seguito ad un primo incontro incentrato sulla visione del film intitolato "Sulla strada di Paolo", proiettato mercoledì 27 febbraio, la Consulta ha voluto assistere ad un confronto pubblico fra un convertito ed un ateo. E così è stato. Per l'occasione, lo scorso giovedì 28 febbraio al tavolo dei relatori sono stati invitati due nocesi consapevoli della propria posizione e della propria visione del mondo. Dalla parte degli "atei" c'era il giovane nocese Giuseppe Putignano, dalla parte dei convertiti invece Vito Miccolis (foto in alto); due testimoni di ciascuna esperienza e uniti fra l'altro da un legame di parentela (Vito Miccolis zio del giovane Giuseppe).
Il confronto, moderato da Don Peppino Cito, si è dimostrato davvero molto interessante: il pubblico, curioso di scoprire la storia dei due ospiti e di capire le ragioni delle loro posizioni, ha avuto nel corso dell'incontro un ruolo determinante. Le domande scelte da Don Peppino hanno fatto scaturire sempre di più voglia di approfondire, capire, conoscere, arricchirsi. "Quanto è bastato per far si che la fede cominciasse a rimanere viva nella tua vita?", "Quali sono i veri valori da associare alla parola fede?", etc. "E' bastato un giorno" ha spiegato il signor Miccolis "un giorno molto intenso. Accompagnavo mia moglie, qualche anno fa ancora la mia ragazza, ad un percorso di preghiera. Avevo giurato a me stesso che mai e poi mai sarei entrato con lei. Quando mi sono ritrovato nel vivo della situazione ho sentito di vivere una strana sensazione. Nel recitare il Padre Nostro ho alzato le mani, intorno a me non c'era nessuno, provavo gioia, gioia infinita. Ed ho cominciato a pregare. Da quel momento non ho più perso la strada che mi riconduceva a Cristo". "Sono un uomo nuovo" ha ripetuto il Signor Miccolis più volte "un uomo diverso. Vedo il mondo intorno a me con occhi diversi e vedo Cristo, Dio fatto uomo, ovunque".
E a proposito della confessione invece l'attenzione è stata rivolta maggiormente sulla testimonianza di Giuseppe, un ragazzo che non ha criticato la posizione di suo zio, ma che ha commentato con piacere il suo modo di vedere le cose. Mentre Vito Miccolis infatti annunciava che difronte a tutti i peccati, gli sbagli della vita, sente l'esigenza di confessarsi e di promettersi sempre di non tornare più a fare gli stessi errori, Giuseppe Putignano ha ammesso di non sentire la forte esigenza di una confessione, ma di un miglioramento di sè, dei suoi modi di porsi e di trattare il prossimo. Ed ancora, alla domanda di Don Peppino "credere che negare Dio significhi negare l'umanità?" i relatori hanno risposto ancora una volta in maniera diversa. Una risposta affermativa da parte del Signor Miccolis ed una risposta ancora più profonda da parte di G. Putignano: "Anche chi non crede in Dio contribuisce alla collettiva riflessione sul senso della vita".
Un confronto in sostanza che ha consentito ad entrambe le parti di affermare quanto fosse importante il rispetto dell'altro prima di tutto. Ieri, 1 marzo 2013, i giovani della consulta hanno avuto anche modo di incontrare i Padri del Monastero di Bose. Il ciclo di incontri in definitiva è stato voluto anche per rispondere, come ha annunciato Don Vito Gentile all'apertura del dibattito, ad un'ultima richiesta di Papa Benedetto XVI° sul finire del suo mandato, ovvero continuare a riflettere sul senso e l'importanza della fede.