I CONSIGLI DELLA SETTIMANA - La prima volta che mi è stato consigliato il libro di cui fra poco parlerò, mi è stato detto: “Se per te è questo è un periodo in cui hai bisogno di leggerezza, allora non leggerlo adesso”. Effettivamente si tratta di un consiglio che andrebbe seguito quando si decide di iniziare la lettura de “Il rumore dei tuoi passi” di Valentina D’Urbano.
È la storia di Beatrice e Alfredo, da tutti conosciuti come i “gemelli”, legati da un’amicizia destinata a trasformarsi in qualcosa di molto più grande, persino dell’Amore. Perché se vi aspetterete di trovarvi davanti ad un romanzo rosa, con una storia d’amore adolescenziale a lieto fine, allora credo che le vostre aspettative saranno deluse.
A quelle che sono tradizionalmente conosciute come le fasi che portano alla nascita di una relazione, nel libro si fa solo un lieve accenno. Anzi, si può persino parlare di un totale stravolgimento della convenzionalità. I due adolescenti, infatti, vengono messi sin da subito dinanzi a una realtà che ha ben poco a che fare con quella che si chiama normalità. Alfredo è un ragazzo che tenta quotidianamente di sfuggire a un padre troppo violento, un padre che, vittima dell’alcol, finisce per dimenticare persino il dolore arrecato al figlio. Alfredo rigetterà tutta la sua disperazione nella droga e Beatrice, la sua anima gemella nel senso più ampio del termine, sarà per lui il suo unico e vero rifugio. Un rapporto fatto di non poche incomprensioni, di momenti di lontananza fisica ma mai mentale, una distanza che sarà destinata ad accorciarsi fino al punto di renderli l’uno parte integrante del cammino dell’altro.
“Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciata sola”.
L’autrice del romanzo, ai suoi esordi al momento della pubblicazione del libro, è riuscita, in modo non poco crudo, a descrivere quegli spezzoni di realtà che molto spesso ignoriamo o etichettiamo come “anormali”, “diversi”, o “sbagliati”. Valentina D’Urbano è andata oltre queste etichette, riuscendo a far emergere l’anima dei suoi personaggi, descritti in tutta la loro trasparenza, senza alcun tipo di velo letterario.
Uno dei pochi romanzi in cui diventa difficile rispecchiare la propria storia tanto quanto lo diventa non lasciarsi commuovere da personaggi che sembrano essere nati con questo solo e unico obiettivo. Un libro forte, una storia a tratti struggente, due ragazzi che dei loro vent’anni ne conservano solo due cifre. Perché consigliare questo libro? Perché se quando leggi un libro riesci a dimenticare persino a che ora hai iniziato quella lettura e improvvisamente ti ritrovi tutto d’un fiato quasi alla fine della storia, allora vorrà dire che quella che alcuni chiamano “pesantezza” a volte può trasformarsi in “piacevole evasione”.