NOCI (Bari) - Assieme alla propria madre, se il rapporto è ovviamente intenso e all’insegna della complicità, si può dar vita ad un'infinità di progetti.
Le nocesi Valeria Cuda e sua figlia Vanessa Di Stasi, hanno condiviso ad esempio un’esperienza intensa ed importante come la stesura di un libro a quattro mani. Il volume, dall’emblematico titolo “Due anime allo specchio: 15 racconti dal Tavoliere” è stato presentato lo scorso 24 gennaio presso la libreria “Mondadori Point” di Noci. L'evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale “Pugliè”, in collaborazione con “Il Lunedì Letterario”. Monica Bruno ha dialogato con le autrici, per estrinsecare le tematiche trattate nel libro e ciò che ha mosso le penne delle autrici.
“Due anime allo specchio” nasce sì dalla voglia di scrivere e trasmettere emozioni, ma è anche frutto di una straordinaria capacità di ascolto. Valeria (nota alla cittadinanza per il suo decennale impiego alle poste) e sua figlia Vanessa hanno infatti ascoltato le storie personali di persone conosciute nelle più disparate occasioni: durante viaggi, in università, sul posto di lavoro. Le autrici si sono mostrate capaci di cogliere lo straordinario all’interno di ciò che potrebbe apparire ordinario. Quindici di queste storie sono diventate le preziose perle che compongono il libro. Lo stile narrativo è semplice ma assolutamente non semplicistico, perché importanti sono le tematiche, in cui ciascun lettore potrà in qualche modo ritrovare se stesso.
Centrale è il tema del cambiamento: di città, di casa, di lavoro, di vita. Un cambiamento che in alcuni racconti è certamente doloroso, ma pur sempre necessario. C’è tanta Puglia in questo libro, che tuttavia, non resta chiuso entro i suoi confini. Dalla Puglia c’è chi parte con dei progetti nella valigia, in Puglia c’è chi arriva irresistibilmente attratto dalle sue bellezze naturali. E’ il caso di Daniele, giornalista milanese che dopo anni trascorsi nella capitale lombarda, rimane conquistato dalla Puglia e decide di stabilirvisi. La natura, fa quindi da sfondo a gran parte dei racconti, accentuando squisitamente le emozioni vissute dai protagonisti.
Predominante è anche il tema del ricordo, inteso alla maniera Kierkegaard, ovvero come un qualcosa di eterno, semplicemente senza tempo. Un concetto ribadito molto chiaramente da Vanessa: “I ricordi sono preziosi perché ci hanno consentito di diventare ciò che siamo oggi, ci tengono compagnia nel presente e possono anche condizionare il nostro futuro. E’ chiaro che bisogna sempre portarli con noi, ma allo stesso tempo, non dobbiamo restare fermi, dobbiamo andare comunque avanti perseguendo la nostra strada”.
Avendo completato con il conseguimento della laurea il suo iter di studi, Vanessa ha potuto finalmente dedicarsi pienamente alla passione per la scrittura, coltivata fin da bambina, con l’incondizionato supporto di Valeria, che più che quella della narrativa, ha sempre perseguito la strada della poesia.
La ragazza ha dichiarato quanto trovarsi di fronte ad un foglio bianco abbia una funzione catartica, che permette di dissipare poco a poco la timidezza e di portare verso una sorta di apertura un’indole introversa. Madre e figlia hanno anticipato che ci sono già delle idee che potrebbero presto esser messe per iscritto. Non si sa ancora se in un libro scritto ancora a quattro mani oppure in due lavori derivanti da due strade distinte. Una piccola curiosità sulla copertina, ricavata da un dipinto che raffigura una ninfea il cui riflesso si rispecchia sull’acqua. Il quadro è stato realizzato dalla pittrice Kate Ruggieri, e Valeria se n’è innamorata a prima vista, ritenendo che quella dovesse essere necessariamente la copertina. Vi è insito il senso del libro, già pienamente espresso dal titolo: una madre ed una figlia sono e resteranno sempre l’una il riflesso dell’altra.