NOCI – E’ giunta in dirittura d’arrivo anche questa quarta e partecipatissima edizione di “Chiostri e Inchiostri” il festival letterario e culturale che ha animato per tre giorni il Centro storico di Noci. Ospiti d’eccezione della serata conclusiva, quella del 30 luglio, sono stati l’autore televisivo Marco Salvati, la “iena” Niccolò De Devitiis (in foto) e Pippo Mezzapesa, regista dell’apprezzatissimo film “Ti mangio il cuore”, insieme a Francesco Patanè, protagonista maschile della pellicola. Come sempre, si sono toccate anche tematiche di grande spessore sociale, come l’allattamento al seno, in compagnia del dott. Giuseppe Basile e l’intelligenza artificiale e ChatGpt, con gli esperti Felice Vitulano, Valentina Scuccimarra e Nicola Intini
Alle ore 19:00, presso Largo Porta Nuova, il pediatra Giuseppe Basile, dialogando con Serena Simone e Francesca D’Onghia ha presentato la versione integrata del suo libro “Per una vita che nasce”, arricchita da una interessante monografia sull’allattamento. Nessuno più di un pediatra che abbia visto nascere e seguito nel corso dei primi anni di vita molti bambini nocesi può rispondere a domande nodali quali l’evoluzione del concetto di maternità nel corso del tempo; cosa voglia dire diventare madri dal punto di vista fisico, sociale e psicologico e come vada affrontato un momento tanto delicato come l’allattamento. Un tempo, la maternità, fin dai primi mesi della gravidanza, era un vero e proprio “evento” che coinvolgeva all’unisono parenti, conoscenti e vicini. La neo mamma riceveva incondizionatamente tutti i consigli e il sostegno morale delle donne più mature, che più volte avevano già vissuto quell’esperienza. Secondo Basile, le donne di oggi, al contrario, si ritrovano spesso ad affrontare da sole un’esperienza totalmente nuova. Arrivano alle soglie della maternità molto meno preparate. Sono sempre di più le future mamme che chiedo e programmano il cesareo oppure l’epidurale per non avvertire la minima sofferenza. Per Basile, a ciò che non si conquista con la sofferenza, si è portati a non dare sufficiente valore. Stessa cosa vale per l’allattamento: se si riscontra anche la più piccola difficoltà, si somministra il latte artificiale. Invece, salvo i casi in cui la madre non possa produrre latte a sufficienza, è giusto che il neonato, giorno dopo giorno, si conquisti con fatica il proprio cibo. Altrettanto fondamentale è che madre e bambino vivano questo momento magico e intimo nel modo migliore Sono state trattate tematiche molto controverse come quella dell’utero in affitto e del quanto possa sentirsi ugualmente completa e appagata una donna che scelga liberamente di non diventare madre. E per quanto concerne l’educazione? Più di mille parole e ammonimenti, valgono sicuramente gli esempi, ieri come oggi.
Alle ore 20:00 in Largo Rotolo si è svolta l’intervista all’autore televisivo Marco Salvati. L’incontro dal titolo “Dietro le quinte della televisione” ha visto Salvati dialogare con Adriana Recchia. Nel corso dell’intervista Salvati ha parlato del ruolo dell’autore televisivo, delle responsabilità che l’autore ha prima, durante e dopo la registrazione del programma, delle difficoltà del suo lavoro e della curiosità che lo spinge a continuare. Successivamente ha parlato dei cambiamenti che ci sono stati nel corso degli anni nella televisione generalista per poi concludere parlando del forte rapporto lavorativo con Paolo Bonolis che lo ha portato a curare programmi di successo come “Avanti un altro”, “Ciao Darwin”, “Chi ha incastrato Peter Pan?”, “Il senso della vita”, “Le Iene presentano: Scherzi a parte” e i Festival di Sanremo del 2005 e del 2009.
Alle ore 21:00, ancora presso Largo Rotolo, si è parlato di cinema e in modo particolare del successo del film “Ti mangio il cuore”, ispirato all’omonimo romanzo di Giuliano Foschini, che narra la storia vera della prima pentita della mafia garganica, Rosa di Fiore. Dialogando con Angela Bianca Saponari, hanno raccontato la pellicola il regista Pippo Mezzapesa e l’attore Francesco Patanè, che ha interpretato Andrea, il protagonista maschile. Marilena e Andrea appartengono a due famiglie mafiose profondamente in lotta tra di loro, ma l’amore e la passione li travolgono in pieno, come dei novelli romeo e Giulietta. Nonostante la nostra Puglia sia famosa per la bellezza e la vivacità dei suoi colori in qualsiasi stagione, Pippo Mezzapesa è riuscito a renderla bellissima pur utilizzando il bianco e nero. Una Puglia raccontata in maniera cruda, spietata, realistica e per nulla stereotipata. Proprio per dare un’impronta realistica e priva di ogni luogo comune, è stato scelto un attore ligure (per la precisione Genovese) come Patanè. La sua “verginità esperienziale” per quanto riguarda la Puglia, le sue location e il suo dialetto, ha paradossalmente prodotto un’interpretazione autentica e coinvolgente, qualitativamente più alta di quella che avrebbe elargito un attore pugliese. Stessa cosa per la pop-star Elodie, protagonista femminile, ai suoi esordi come attrice, che ha dovuto impegnarsi non poco per assimilare le nozioni basilari in campo recitativo. E’ stato emozionante sentire Francesco Patanè parlare di una Puglia per lui sconosciuta, ricca di quel fascino magnetico che ormai l’ha resa a tutti gli effetti territorio cinematografico. In particolare, la sua attenzione è stata catturata dalla presenza distante e al tempo stesso imponente del cielo. Una “cappa” predominante, quasi fosse parte della scenografia. In conclusione, il regista Pippo Mezzapesa ha confessato che nei suoi progetti c’è la realizzazione di un film sul delitto di Avetrana.
Alle ore 22:00, presso Largo Porta nuova, si è tenuto un interessante dibattito in merito all’utilizzo di ChatGpt e altre intelligenze artificiali. Durante l’incontro, moderato da Pasquale Del Vecchio, sono intervenuti i professori Roberto Bellotti e Valentina Scuccimarra, il consulente informatico Felice Vitulano e il manager Nicola Intini. L’intelligenza artificiale è uno degli ultimissimi ritrovati della tecnologia a cui ci si accosta in maniera ambivalente: da un lato sussiste la grande curiosità di sperimentare questo sofisticato strumento; dall’altra lo si guarda con molta diffidenza e scetticismo. Come va considerata, in buona sostanza, l’intelligenza artificiale? Come un preziosissimo alleato con il quale collaborare per snellire le tempistiche e risparmiare una notevole mole di lavoro, o come un “nemico” da temere? Un “nemico” che potrebbe in tutto e per tutto scavalcarci? A quanto ha consentito di apprendere l’interessante talk con gli esperti, non abbiamo ragione di credere che l’intelligenza artificiale possa addirittura “spodestare” l’uomo, chiudendogli in faccia diverse porte in ambito lavorativo. La tecnologia ha sempre continuato a progredire. E’ stato così fin dai tempi della prima rivoluzione industriale: nuovi macchinari e la catena di montaggio hanno sicuramente dimezzato o spazzato via determinati mestieri, ma l’uomo ha sempre avuto la capacità di creare altro lavoro. Perché questo non dovrebbe continuare a verificarsi ancora oggi? Va inoltre ricordato che siamo sempre noi umani a detenere il controllo della situazione, perché siamo noi a programmare le intelligenze artificiali fornendo loro quei dati di cui si “cibano” per imparare. Anzi, occorrono sempre novi programmatori, ingegneri elettronici ed esperti nel campo per poter perfezionare sempre di più la precisione dell’intelligenza artificiale e far sì che possa aiutarci sempre di più nella vita quotidiana. Il “timone” resterà sempre in mano nostra, poiché l’intelligenza artificiale resterà sempre e solo generativa, mai creativa. La creatività è un requisito che mai nessuna macchina potrà togliere all’uomo. Di certo, bisognerà rendere le AI un po’ più ecologiche, dato che purtroppo, i consumi energetici non sono affatto irrisori. In conclusione di serata, è stata fornita una dimostrazione pratica con “Raffaella”, un’assistente virtuale capace di ricercare e fornire in un batter di ciglia le informazioni su Noci e sullo stesso Festival di Chiostri, ma caduta in errore quando le sono stati chiesti i nomi dei 9 nani di Biancaneve, proprio non riconoscendo “l’inganno” insito nella domanda stessa. Ciò denota che si tratta di uno strumento che “va saputo utilizzare”, come del resto tutti quelli a nostra disposizione.
A chiudere la serata e la rassegna in Largo Porta Nuova l’inviato de Le Iene Nicolò De Devitiis (in foto d'apertura). Il giovane inviato del programma di Italia 1 ha intrattenuto una piazza gremita per un’ora raccontando com’è cominciato il suo lavoro in tv dall’incontro nel negozio in cui lavorava come commesso con Paolo Calabresi ai servizi realizzati nell’ultima stagione (in cui ha fatto le pulci ai tassisti italiani, ha lavorato come pastore, poi come manovale e addirittura come gigolò). De Devitiis, noto sui social con lo pseudonimo di “divanoletto”, ha approfondito anche il suo rapporto con i social network su cui vanta un gran numero di follower: non un influencer, ma una persona che si diverte sui social anche insieme alla sua compagna Veronica Ruggeri, anche lei inviata de Le Iene e di passaggio a Noci nella giornata di ieri.