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Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”: il primo dei tre convegni sulla nascita e la storia dell’istituto

19102018convegno5NOCI (Bari) - Nell’ambito del progetto PTOF biennale “Storia della Scuola”, fortemente sostenuto dalla Dirigente Scolastica Rosa Roberto, si è tenuto lo scorso 19 ottobre, presso l’auditorium del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, in via Repubblica 36/H, il primo dei tre convegni di studi dedicati alla storia dell’istituto. Il convegno, che si snocciolerà nelle ulteriori tappe del 26 ottobre e 16 novembre, si svolge in collaborazione con il Comune di Noci, la Biblioteca comunale "Mons. A. Amatulli" di Noci, l’Università degli Studi di Bari, l’IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali) e vede il professor Beppe Novembre, docente presso il suddetto istituto e referente del progetto “Storia della Scuola” in veste di moderatore.

19102018convegno3Ad aprire il convegno, i saluti della Dirigente Scolastica IIS “Leonardo da Vinci”, Rosa Roberto che si è rallegrata della viva partecipazione dei suoi alunni a questa importante occasione di conoscenza della storia della loro scuola e del contesto sociale, economico e culturale che ne ha visto la nascita, nonché degli obiettivi e delle prospettive future che essa offre.

La parola è poi passata alla vice presidente del Consiglio di Istituto, Patrizia Alfarano, che ha voluto precisare quanto importante sia anche il ruolo dei genitori all’interno di una scuola realmente attiva e propositiva, che sappia tutelare questi 51 annni di storia dell’istituto e soprattutto darle un degno prosieguo. Nel lontano 1967, la dirigenza scolastica ed i docenti, si assunsero, con l’inaugurazione della nuova scuola, una responsabilità non indifferente per quanto concerne il futuro della comunità. Come ha ricordato il sindaco Domenico Nisi, nel porgere i saluti istituzionali, tutti i presenti al convegno, sono stati protagonisti attivi della storia dell’Istituto. Protagonismo attivo che non si limita all’individuale presente, ma incide in maniera profonda nel futuro della collettività. L’ex senatore della Repubblica Piero Liuzzi, anch’egli “figlio” del prestigioso Istituto, a cui si iscrisse a partire dal secondo anno dalla sua fondazione, ha ricordato la differenza tra casta ed elite. Il Liceo Scientifico era considerato infatti un istituto elitario, e l’elite, a differenza della casta che tiene i privilegi di cui gode esclusivamente per se, li elargisce alla cominità aiutandola a crescere.

19102018convegno13Insegnamento e cultura sono un patrimonio importante, forse la parte più importante della produzione di una cittadina in senso stretto e di una Nazione in senso lato; una produzione che non si misura in numeri e statistiche, come il PIL, ma i cui frutti si vedono nel corso degli anni.

Giuseppe Poli (Università degli Studi di Bari) ha fatto un breve exursus su come siano stati difficili per l’Italia intera ( e conseguentemente anche per l’istruzione e per gli istituti scolastici) gli anni del dopoguerra, in particolar modo dal 1948 al 1953. Un vero e proprio clima da guerra civile, con lavoratori sfruttati, salari bassissimi, agitazioni ed istabilità politica e un numero ingente di popolazione che non riusciva neppure a permettersi un’alimentazione variegata e ricca (la carne era un vero e proprio lusso per pochissimi). Bisogna stare però tuttora in guardia, perchè se non si conosce a fondo la storia, se non ci si avvale del potere della cultura, che adesso fortunatamente è appannaggio di tutti, questi terribili scenari potrebbero riproporsi.

Arriviamo al 1960: come ha ricordato Nunzio Mastrorocco dell'IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche economiche e sociali) nel giro di pochissimi anni, esplode il miracolo economico e l’Italia sembra rifiorire! Il miracolo economico ha solo una bella e luminosa facciata, che però nasconde ancora problematiche non indifferenti. C’è una gran voglia di guardare avanti: di sacrifici e privazioni la gente ne ha avuto abbastanza ed è tempo che essi cedano il passo ad una vita gioiosa e spensierata. In fondo, l’Italia ora può permetterselo: diventa in breve tempo la sesta potenza industriale al mondo, riducendo progressivamente il divario con Germania ed Inghilterra. Il settore agricolo, che l’aveva sempre fatta da padrone soprattuto al sud, è letteralmente soppiantato da quello industriale. Gli stessi figli di agricoltori ed artigiani, decidono di rompere con le tradizioni familiari e di tentare il “grande passo” con il lavoro all’interno delle industrie. Cambiano quindi anche le aspettative e cambia il modo di sognare il proprio futuro. Fino agli anni 20, non c’era un grande divario tra nord e sud: sarà il periodo della dittatura fascista a crearlo e ad accrescerlo: il sud doveva restare il “granaio d’Italia” ed il nord il suo fulcro industriale. Nel dopoguerra invece, si inizia a liberarsi di questa mentalità, e a comprendere quanta importanza rivesta la cultura. Dato che anche le possibilità economiche iniziano a crescere, si riduce notevolmente il tasso di analfabetismo e si impenna il numero di iscrizioni alle scuole medie e secondarie.

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L’intervento di Venanzio Traversa, colonna portante del giornalismo pugliese, è stato un exursus circa l’evoluzione degli istituti scientifici e tecnici dall’anteguerra al dopoguerra. Se inizialmente i suddetti istituti erano guardati un po’ “di sbieco” rispetto a quelli classici, considerati di maggior prestigio, nel dopoguerra iniziano ad essere la scelta a cui punta un numero sempre maggiore di studenti, attenti al fatto che il settore industriale sia in costante crescita, e gli stessi aziendali richiedono personale con competenze sempre più specifiche. Bellissimo e incisivo il suo augurio ai giovani studenti: “Vi auguro di diventare così bravi e capaci, da far tornare sui loro passi i politici ingordi che penalizzano sempre più le giovani menti e da indurli  ad affermare: “non possiamo più lasciare che scappino via dal nostro paese”.

E’ intervenuto poi il direttore della Biblioteca Comunale Giuseppe Basile, che ha ricordato con grande orgoglio ed emozione come due punte di diamante della cultura (Liceo da Vinci e Biblioteca Comunale) siano “coetanee” e complementari. Nasce tutto con Padre Cherubino da Noci e con la sua biblioteca annessa al Convento dei Cappuccini. Dopo la confisca dei beni religiosi, la piccola biblioteca (che non poteva dirsi ancora propriamente tale poiché vantava un archivio ancora molto esiguo) torna nelle mani dello Stato e viene trasferita a San Domenico.
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Negli anni 40’, Don Anastasio Amatulli, fervente amante della cultura, si batte per realizzare il suo più grande desiderio: l’istituzione di una vera e propria biblioteca, accuratamente fornita, che potesse costituire una possibilità per i cittadini e un fiore all’occhiello per la cultura. Il religioso però, non vedrà mai l’inaugurazione della Biblioteca Comunale, avvenuta il 23 luglio 1967: perderà infatti la vita 15 giorni prima, in un tragico incidente. Era giusto che la biblioteca venisse intitolata all’uomo che più di tutti aveva desiderato la sua nascita e si era battutto per essa.
Il primo agosto del 1967,la biblioteca viene aperta al pubblico e continuerà la sua attività sotto la direzione di Vito Liuzzi per oltre 40 anni, fino al subentrare dell’attuale direttore Basile. Il caso ha voluto che la biblioteca, tornasse nei pressi della Chiesa dei Cappuccini, la dove era nata.

L’intevento conclusivo è toccato all’ex segretario del Liceo “Leonardo da Vinci” Pietro Bruno, che l’ha visto letteralmente nascere. Inizialmente non c’era nulla: pochissimi libri e personale armato solo del proprio sapere e della voglia di trasmetterlo ai futuri alunni. Ed è stato proprio grazie al grande polso e alla determinazione di docenti e dirigenti, che la scuola ha superato diversi scogli, diversi momenti non proprio rosei, crescendo e facendo crescere, sfornando allievi che poi hanno rivestito ruoli di prestigio all’interno di svariati ambiti culturali e lavorativi. E proprio agli attuali e futuri alunni spetta il compito di onorare questi 51 anni di storia, continuando a scriverne le pagine.

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