NOCI - Il Primo maggio ci ha riportati alla celebrazione del lavoro come diritto, così come sancito dalla nostra Costituzione. Un diritto messo in crisi dalla pandemia che stiamo attraversando, con la solidità di molte attività messe a dura prova dalla crisi sanitaria ed economica. Sia chiaro che quando parliamo di attività non ci riferiamo alle grandi multinazionali, ma alle tante piccole realtà o aziende familiari del settore produttivo, ristorativo, lattiero-caseario, edile, dell’abbigliamento o del commercio che hanno per anni caratterizzato il tessuto economico di un Comune come il nostro, tramandando la cultura del lavoro.
La ripresa economica passa dai giovani, ma attenzione ad addossare la responsabilità del rilancio di un intero Paese solo sulle loro spalle. Le Istituzioni sono chiamate a creare terreno fertile affinché le idee più creative ed innovative diano i loro frutti, accompagnando i giovani nel loro percorso di crescita: a partire dai banchi di scuola sino al loro primo incontro con il mondo del lavoro. D’altronde anche il seme più potente, se gettato in un terreno arido, fiorirebbe difficilmente. La politica è chiamata a non lasciar sole le aziende e ad aiutare i lavoratori a non cedere a mansioni sottopagate o a condizioni disumane. In tutto questo un ruolo importante spetta alle banche che dovrebbero spostare la loro attenzione sugli interessi delle famiglie e di ogni attività produttiva, in particolar modo se in difficoltà.
Molte attività del nostro Comune hanno deciso di restare aperte nella giornata dedicata ai lavoratori. Quale modo migliore per celebrare il lavoro in un simile periodo? La speranza è che la giornata del Primo maggio sia utile per ricordare agli italiani e ai nocesi di non arrendersi, a politica e Istituzioni che si va avanti solo insieme, cioè quando gli interessi pubblici coincidono con quelli del cittadino. Il Primo maggio siamo abituati a celebrare manifestazioni e scioperi che hanno fatto la storia del mondo del lavoro, sui social sono spuntate fotografie di altri tempi che ci hanno ricordato uno spirito sindacale oggi addormentato. Occorre che anche i sindacati tornino a far sentire la loro voce, così da far arrivare le richieste dei lavoratori lì dove dovrebbero arrivare.
Il Presidente Del Consiglio Comunale
Fabrizio Notarnicola