ROMA - "Quel 9 maggio di trentotto anni fa noi non immaginavamo: di assistere a tanta crudeltà, allo sgomento. - lo ricorda in una nota il sen. Piero Liuzzi (PDL-FI), componente commissione parlamentare d'inchiesta rapimento e omicidio di Aldo Moro - Quel giorno, quella mattina, le Brigate Rosse parcheggiarono un'utilitaria con il cadavere dell'on. Aldo Moro, reclinato in pietosa posa, crivellato di colpi di mitraglietta".
"Via Caetani, Botteghe Oscure e Piazza del Gesù crudelmente disegnavano un itinerario breve come è stato il secolo XX - prosegue Liuzzi -, quello che ci siamo lasciati alle spalle fra numerose contraddizioni e molta nostalgia. Percorsi impervi della memoria individuale e collettiva. Tutti, nei cinquantacinque giorni di prigionia di Moro, abbiamo sperato che gli fosse risparmiata la vita dopo l'efferato eccidio della sua scorta. Quel 9 maggio la storia perse di vista il raziocinio, il senso della convivenza; e la democrazia, ferita, abbassò la testa per poi issarsi, ancora più forte, a baluardo delle nostre libertà, del nostro futuro".
"Guadagniamo perciò da quella tragedia esempi - conclude Liuzzi - , facciamolo nel nome di quel sacrificio, cooperiamo per ristabilire condizioni condivise di benessere e sviluppo sociale. Con gli efferati omicidi e gli "anni di piombo" il terrorismo tentò di rubarci il futuro. Mutate le condizioni, oggi noi abbiamo il dovere di procurare il futuro a tutti".