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L'ex assessore Gentile Fusillo "Qualcuno si è innervosito perché devo avergli pestato i piedi"

Gentile,FusilloNOCI (Bari) – Sono trascorsi pochi giorni da quando Clementina Gentile Fusillo, ex assessore della giunta Nisi, ha rassegnato le sue dimissioni. A seguito di questa sua decisione il Sindaco Nisi ha attuato il rimpasto di Giunta con l'ingresso di ben quattro nuovi assessori

Gentile Fusillo, iniziamo dalla sua esperienza politica. Dopo il risultato raggiunto dalla sua lista "Cambio per Restare", lei ha avuto il compito di curare da assessore alcuni settori particolari. Come ha vissuto questa esperienza?

“Come avevo promesso: ho investito le relazioni, le competenze, la faccia, l’intelligenza, tutto. L’ho vissuta fino al fondo della responsabilità che comportava, esercitando - per tener fede all’ impegno preso con la città - tutto il Potere (verbo) in capo al mio ruolo, incluso alla fine il potere stesso di rassegnare le dimissioni. L’ho vissuta come una battaglia: con la paura, la voglia di vincere e la speranza di sopravvivere. Non ho perso tempo a guardarmi e lustrarmi l’armatura, né a guardare quella degli altri. Ho lavorato e ho amato il lavoro che mi è stato affidato. Ho sofferto quando i compagni di avventura mi hanno abbandonata, quando mi sono sentita sola, quando non ho sentito la vicinanza del mio paese, quando la fiducia attorno a me veniva meno. L’ho vissuta per quello che era: una sfida, un sacrificio grande che consegna un privilegio enorme. Il privilegio di sviluppare un pensiero lungo, di guardare lontano. Per questo provo immensa gratitudine per i miei elettori e per tutte le persone intervenute in questo cammino. Oggi ho l’armatura lercia e ammaccata, e dentro l’armatura una coscienza cristallina”.

Tra le deleghe che il Sindaco Nisi ha deciso di affidarle in questi due anni spicca prevalentemente il sociale. Quali sono secondo lei le iniziative di cui è più soddisfatta?

“Potrei parlarti delle misure di contrasto immediato della povertà come il Banco Alimentare, che dallo scorso venerdì, dopo la stipula della convenzione dell’Associazione Noci Banco Solidale con l’Ambito Territoriale di Putignano, potrà godere di un contributo annuale pubblico a supporto delle sue attività; il Banco Farmaceutico, esperienza che ha funzionato al punto che l’Associazione Nazionale ci ha chiesto di poter sperimentare sul nostro territorio la raccolta anche di farmaci di altra fascia e di farmaci costosi che normalmente finiscono nella spazzatura. Potrei parlare di misure che puntavano a superare l’assistenzialismo intrinseco ad un modo vecchio di intendere il welfare, come Opificio Noci e l’attivazione dei Cantieri di Cittadinanza. E poi c’è lo spazio per i migranti, co-progettato e arredato da un gruppo di cittadini con un corso di riprogettazione creativa, inaugurato lo scorso martedì. C’è il centro antiviolenza, una questione annosa finalmente sbloccata: abbiamo assicurato un servizio disegnato con attenzione, la procedura di affidamento è finalmente avviata e vedremo il centro inaugurato e funzionante entro la fine dell’anno. La verità è che c’è molto, molto altro. Tutto realizzato anche grazie all’impegno e allo spirito di servizio di tanti cittadini che ci hanno creduto. Fra le tante cose sicuramente anche degli errori, per i quali mi scuso. Ho consegnato a marzo una relazione approfondita delle mie attività al Sindaco ed al mio Movimento. (Per visualizzare il documento clicca qui)”.

Eppure, c'è qualcuno che ha lamentato alcuni deficit nell'operato dell’amministrazione. Faccio riferimento in particolar modo alla trasparenza amministrativa. Poca flessibilità nelle procedure di accesso agli atti, lo stesso consigliere Colonna in Piazza parlava delle difficoltà incontrate durante la procedura di richiesta di accesso agli atti, di poca trasparenza da parte degli uffici. Infine, la carta di Pisa, fiore all'occhiello durante la campagna elettorale per "Cambio per Restare" ma poi lasciata nel dimenticatoio. Quali sono le sue considerazioni a riguardo?

“Dunque, in primo luogo voglio fornire un dato: La Bussola della Trasparenza (Consiglio dei Ministri) riconosce al nostro Comune, al marzo 2015, un indice di trasparenza del 98%, contro il 6% della prima metà del 2013. Questo solo perché tutti possano rendersi conto che il punto di partenza non è un dettaglio trascurabile. Ma dirò di più: io non ho mai interpretato la delega alla Trasparenza come un compito che si esaurisce nella regolarità delle procedure formali. Del resto, chi conosce la macchina amministrativa sa che la responsabilità di tali questioni ricade sull’Autorità anti-corruzione, il Segretario Comunale che – ben inteso - non ho mai perso occasione di informare delle inadempienze, delle lentezze e delle irregolarità che ho avuto modo di rilevare nel corso del mio mandato, relativamente alla condotta di qualche dipendente comunale. Inoltre, avendo avuto occasione di dimostrarti a seguito di un tuo sollecito che l’accesso regolare agli atti è stato prima di tutto un mio interesse, potrei chiedere proprio a te, che oggi mi intervisti, di testimoniare che quanto affermo è vero. Io – piuttosto - ho voluto assumermi una responsabilità ben più gravosa, quella di agire per la promozione di una cultura della trasparenza che concorra a cambiare la sostanza, più che la forma, delle cose. Pertanto non mi sentirei appagata nemmeno se l’indice di trasparenza fosse del 100% e nemmeno se gli uffici fossero occupati solo da funzionari diligenti e onesti. Perché la mancanza di trasparenza è parente della sfiducia, e quindi è la piaga peggiore di questa questo momento storico e di questa politica. La poca trasparenza, per esempio, è nei gesti del consigliere Colonna, che pensando così di poter marcare la debolezza di una maggioranza, finge di andare in bagno per far mancare il numero legale sull’approvazione della delibera di adesione alla campagna Senza Atomica. La poca trasparenza è nell’intervista che il Consigliere del mio movimento rilasciava lo scorso marzo, senza aver messo al corrente il movimento delle dichiarazioni pesanti sul mio conto che si apprestava a rendere pubbliche. La poca trasparenza è nel gesto dei consiglieri che, in schieramenti compatti e compagnie imbarazzanti, boicottano insieme i consigli comunali invece di stare a viso aperto nei momenti del confronto, di porre le questioni per quelle che sono. La poca trasparenza è un problema culturale che ha radici profonde. Che ho voluto da assessore affrontare come tale, promuovendo momenti di crescita collettiva. Ricordo “Vivi la costituzione”, l’iniziativa contro il voto di scambio e soprattutto il lavoro (che con dolore lascio a metà) che mi ha vista impegnata nello studio delle modalità di affido del Centro per la Legalità di prossima inaugurazione. Quanto alla carta di Pisa, io avevo un compito: portarla ad approvazione. Poi doveva essere una città intera, magari guidata dal mio movimento, a farla vivere. Invece, una città intera l’ha derisa, nessuno l’ha difesa e – soprattutto - nessuno è mai entrato nel merito delle questioni. Nessuno ha mai proposto e chiesto – per esempio - le relazioni di assessori e consiglieri, come la carta prevede. Ebbene, più volte io ho suggerito nelle riunioni che alle relazioni si provvedesse, fino a metterlo in forma scritta nella mia stessa relazione – pretesa da una maggioranza in preda ai deliri della verifica - consegnata a marzo del 2015 al Sindaco e al mio movimento. Ma la mia proposta non ha avuto forza, perché la forza alle cose si dà in tanti ed io da tempo ero rimasta sola. La mia relazione esiste nero su bianco da allora. A breve, come previsto dal Codice, il consiglio comunale sarà chiamato a discutere ed individuare strategie per incrementare l’aderenza alle disposizioni dello stesso da parte dell’intera macchina amministrativa. Invito tutti per l’occasione ad occupare questo momento con impegno e mente lucida, da questo passa il cambiamento vero, dall’assunzione di responsabilità. Infine apro qui una questione il cui dettaglio voglio rimandare ad un momento pubblico, in piazza. Un confronto più diretto, faccia a faccia con chi vorrà esserci. Ed è la questione che riguarda il mio risultato più sudato: il bando pubblicato lo scorso martedì per l’affidamento a nuova gestione del servizio mensa scolastica. Un anno di lavoro, al fianco del sindaco. Ostacoli negli uffici e nella politica. Poco coraggio intorno e poca volontà di capire. Tante carte che ora – finalmente - avrò il tempo di studiare da me. Il Consigliere Colonna avrà pazienza: non accetto lezioni di trasparenza da nessuno”.

Il suo percorso politico raggiunge un momento delicato quando decide di rassegnare le dimissioni da assessore. Nella lettera parla di "una situazione che mi vede al centro di una polemica molto poco esplicita, ma ampiamente condivisa". In riferimento a quanto dice, da cosa deriva la drastica decisione di lasciare l'incarico di assessore?

“Ti rispondo con una domanda che Don Tonino Bello chiedeva ai politici di porsi: “sono persuaso che talvolta, in caso di conflitto irreversibile di valori (tra il mio prestigio da una parte e il bene comune dall’altra) essere uomo capace di misericordia significa far prevalere il valore dominante, fino al punto di ritirarsi dalla mischia, se indugiare ancora nella contesa vuol dire perdere tempo inutilmente e arrestare la crescita della comunità?”. Ebbene, sì, ne sono persuasa. La mia sostituzione era diventata un mantra un po’ per tutti. Resto convinta che il lavoro che facevo da oltre un anno sulla mensa sia stato il granello attorno al quale si è via via costruita la valanga del dissenso sulla mia persona. Qualcuno si è innervosito perché devo avergli pestato i piedi, qualcuno ha quindi trovato la sponda per innervosirsi a sua volta perché gli avevo sfiorato la punta delle scarpe, qualcun’altro è salito semplicemente sul carro perché aveva bisogno di un passaggio, qualcuno voleva solo farmi un dispetto, e infine c’era chi in quei giorni aveva semplicemente il piccio. Dovevo al Sindaco e al mio movimento una spinta e una libertà che solo io potevo dare. Perché attraverso la libertà del primo passa anche la sfida di dare forza al Centro-Sinistra di questo paese, attraverso la libertà del secondo passa la sfida ben più gravosa di guadagnare credibilità ad una intera generazione di nocesi. Nella mia visione del futuro, il bene di Noci passa inesorabilmente da quanto onore sapremo porre in queste due sfide”.

In riferimento sempre alla lettera, si mette a disposizione del sindaco e della maggioranza. Come intende quindi in questo particolare momento storico continuare la sua attività politica su Noci?

“Intendo abitare il deserto politico di questa città. Vedo nella città aggregazioni politiche che esauriscono la propria attività nella polemica, nell’individuazione di un nemico, nell’eroismo istantaneo dell’accusa, che hanno bisogno di essere “contro” per esistere e che a chi traduce le loro istanze in azioni sparano le cartucce del sospetto e dell’invidia, perché il mondo sanno salvarlo solo loro e se ci prova un altro non vale. Poi vedo altre forze che esauriscono, invece, la propria attività politica nella strategia, che guardano con spocchia a chi rifiuta la bassa quota della chiacchiera, che accorciano le vedute misurandole sulle necessità dei loro partiti e mai su quelle delle persone, che gli assessorati e le deleghe servono ad accontentare le singole fazioni così stiamo tutti sereni. Vedo tanto blaterare, tanta assenza. Così, avviene che i più - chi per calcolo, chi per codardia, chi per presunzione, chi per pigrizia - finiscono per prestare il fianco alla peggiore politica, quella della corruzione, degli interessi privati, dell’analfabetismo. I veterani quanto i nuovi, incluso il mio stesso movimento. E in questo panorama pochi – che riconosco, stimo e ringrazio per gli insegnamenti e la testimonianza - ricordano che la politica è l’arte del possibile, che è arte nobile e difficile, che è sortire insieme dai problemi, che dove la politica latita è agli indifferenti che si lascia fare la storia. Questo è la Politica, non i picci di qualche consigliere comunale. Quindi ecco quello che intendo fare: continuare a fare Politica, dedicarmi con più slancio e tempo (visto che ne avrò di libero) a far vivere il mio movimento, a farne insieme agli altri amici un luogo di aggregazione, un accesso pubblico alla vita delle istituzioni, un propagatore di consapevolezza, il nodo di una rete, il bottino di una generazione che – lo dico ai volponi - non siete riusciti a bruciare. Il mio movimento, che con l’individuazione del nuovo Assessore ribadisce il suo impegno dentro la maggioranza di governo, che sceglie di non ritirarsi nelle trincee, sarà il luogo della mia azione per il mio paese, a servizio del Sindaco e di questa amministrazione”.

Per concludere, quali sono le sue prospettive riguardo questa particolare amministrazione? E quali sono le sue considerazione riguardo Lorita Tinelli, nuovo assessore che ha ereditato le sue deleghe?

“Questa amministrazione oggi conta su un consiglio più forte. Chi ieri chiedeva le verifiche, i rimpasti e gli azzeramenti oggi dovrà lavorare bene, molto bene, meglio di me. Questo mi sembra evidente. Questo, come cittadino, pretenderò con estrema risolutezza. Quindi vedo un’amministrazione che può oggi confermare la direzione del cambiamento radicale e che potrà contare ancora sulla mia energia nella funzione che il mio movimento vorrà assegnarmi. Resto la prima degli eletti e devo a chi mi ha dato fiducia impegno fino alla fine. Vorrò candidarmi ad assumere responsabilità negli organi sociali del Movimento e in ogni caso vorrò lavorare perché impariamo a correggere i nostri errori, a tenere la schiena dritta, perché impariamo a saper stare con lealtà e trasparenza vera nel conflitto e nella contraddizione, prima di tutto interna e poi con le altre forze politiche. Saper stare a viso aperto nel conflitto e nella contraddizione è, a mio avviso, il presupposto imprescindibile della buona politica. Esigo dal mio movimento un’azione all’altezza del compito, azione alla quale lavorerò con le mie mani. Quanto al nostro Assessore, alla cara Lorita: quando il movimento è arrivato alla decisione di ricorrere ad un nome esterno (fatto che mi vedeva contraria: avrei voluto che fosse uno qualunque di noi, fra i candidati ed i tesserati ad assumersi la responsabilità di una fase difficile) sin dalle prime ore ho proposto il nome di Lorita al Direttivo, e sin dalle prime ore ho sperato che fosse il nome della convergenza. Lorita, oltre ad avere un profilo professionale indiscutibilmente superiore al mio, per vicinanza alle deleghe e per corposità dell’esperienza, è per me una garanzia assoluta di continuità di visione, per il movimento una garanzia assoluta di credibilità. A lei a e al nuovo Consigliere tutta la mia fiducia, il mio incoraggiamento e il mio in bocca al lupo. A Mino, a Lorita e a Domenico – ai miei rappresentanti - ho promesso quello di cui io ho sentito il bisogno in questi due meravigliosi anni: la presenza, l’aiuto, la critica sincera e frontale, lo scudo quando saranno attaccati. C’è ancora un gran lavoro da fare. Noi ci siamo”.

 

LEGGI ANCHE: 
la relazione dell'ex-assessore Clementina Gentile Fusillo

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