NOCI (Bari) – Continuano ad arrivarci buone notizie dal fronte medico-scientifico. L’Università di Bari e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari hanno comunicato la recente scoperta di un nuovo test diagnostico in grado di individuare una singola cellula leucemica.
Il team di ricercatori dell’Unità Operativa Semplice “Terapie Innovative Integrate con le Tecnologie Biomolecolari”, afferente all’Unità Operativa Complessa di Ematologia con Trapianto dell’Università di Bari, diretta dalla Prof.ssa Giorgina Specchia, ha messo a punto un nuovo test diagnostico grazie al quale sarebbe possibile individuare all’ interno di un paziente definito “specifico” (per la singolarità del genoma del tumore) la presenza di anche una sola cellula leucemica.
La scoperta appena realizzata, si unisce all’importante costo che il test ha, di fatti il vero punto di svolta resta quello di sfruttare tecniche d’avanguardia, ma ad un costo sostenibile e quindi di facile utilizzo in tutti i laboratori.
Il recente studio è stato pubblicato sulla rivista online ed internazionale Oncotarget: nasce la curiosità di scoprire se questa metodologia possa, in futuro, individuare anche quei pazienti che siano candidati alla sospensione dell’utilizzo dei farmaci, nell’ambito delle cure della Leucemia Mieloide Cronica.
Dal comunicato stampa UniBa del 25 gennaio 2018 estrapoliamo questo frammento per meglio comprendere l’innovazione: “Immaginiamo di voler seguire un’auto troppo veloce per poter essere inseguita e, soprattutto, molto abile a confondersi nel traffico creato da altre macchine. Durante la sua corsa però quest’auto lascia delle tracce di macchie d’olio per cui noi riusciamo ad intuire la sua direzione senza mai vederla davvero. Oggi il monitoraggio della risposta al trattamento terapeutico nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica (LMC) avviene attraverso la misurazione di molecole di RNA tumorale (macchie d’olio) prodotte dalla cellula leucemica (auto veloce); in base alla quantità di questo RNA presente nel sangue del paziente stabiliamo il grado di risposta alla terapia. L’impossibilità di misurare la quantità di cellule leucemiche fino ad oggi era imposta da limiti tecnici che impedivano l’impiego della “misurazione diretta” della quantità di cellule leucemiche nel paziente. In passato sono stati compiuti in tal senso dei tentativi rivelatisi pero’ troppo laboriosi e costosi per poter essere impiegati nella pratica diagnostica”.