LETTERE AL GIORNALE - Sono stato “folgorato”, durante la visione dei lavori dell’ultimo consiglio comunale del 06 agosto scorso, da un intervento del Consigliere Comunale Gianpiero Gentile, in cui, a ragione veduta evidentemente, ribadisce i risultati del suo impegno politico per il paese, in particolare il centro storico, ed esorta i tanti giovani ad avvicinarsi alla partecipazione attiva e quindi alla politica stessa. (Foto di repertorio)
Gianpiero, che è un amico, di fatto, mi ha ispirato ad affrontare un tema che probabilmente, anzi sicuramente, è inflazionato. Cioè i giovani e l’impegno politico. Quindi il rischio della retorica è altissimo.
Ammetto che mi fa un certo effetto, perché ero abituato, fino a qualche anno fa, ad essere uno di quei “giovani” interessati ed appassionati alla cosa pubblica. Ciò vuol dire che inesorabilmente anche il sottoscritto invecchia e i giovani (quelli veri) scalpitano. Si, perché, al netto di una gravissima mancanza di partecipazione all’esercizio elettorale che colpisce la maggior parte delle democrazie liberali, non si può continuare a trincerarsi dietro l’atavico mantra: “ai giovani non interessa la politica”.
Ciò è falso! Le giovani generazioni si aspettano ben altro dalla politica, dai politici; tutt’al più i giovani non sono più attratti dai partiti, ma hanno ben chiaro dove collocarsi ideologicamente e quali battaglie perseguire. In un contesto internazionale di fortissima tensione geopolitica, ad esempio, le giovani generazioni, sorvolando e volutamente non approfondendo tante ipocrisie, hanno preso posizione sulla guerra in medio-oriente, sul tema della transizione ecologica, sul tema dell’uguaglianza sociale. Anche la crescente sensibilità sulle difficili tematiche dei femminicidi e l’esasperazione (per il sottoscritto) del politicamente corretto hanno avuto una forte propulsione anche e soprattutto grazie a prese di posizione dei giovani.
Riportando la tematica nel nostro contesto locale, nonostante una affannosa e difficoltosa ripresa post pandemia, i giovani si stanno riavvicinando al mondo associativo. Il nostro paese può vantare esempi virtuosi: Agricultura, NociCinema, Ass. Acuto, Bucobum, la Darf, Arci “U Capon” e le tantissime associazioni sportive sono soggette ad un lento, ma presente ricambio generazionale.
Aver visto, ad esempio, durante Chiostri e Inchiostri o durante NociCortinfestival tanti giovanissimi volontari è stata una boccata d’ossigeno. Verrebbe da dire “eppur si muove”.
Naturalmente una rondine non fa primavera e questo impegno che agli occhi di tanti resta invisibile, non deve essere sperperato, ma incentivato nella logica più giusta: la meritocrazia.
Se l’impegno dei giovani è portatore di ricchezza (intesa a 360°) per il nostro territorio e non solo fine a se stesso è doveroso da parte di tutte le amministrazioni sostenerlo e incentivarlo. Probabilmente è una frase fatta la mia, ma poi alla conta dei fatti, il maggior impegno da parte delle giovani generazioni passa esattamente da questo forse semplice, ma non banale concetto: il riconoscimento.
Se sei bravo ti premio!
Il giovane va stimolato, va coinvolto, va fatto “entrare”, ascoltandolo e mettendolo nelle condizioni migliori di saper ascoltare e soprattutto va lasciato esprimere. Su questo mi permetto di denunciare che quasi tutti i partiti, ad esempio, hanno fallito. Rinchiusi tutti, in un autoreferenzialismo becero, con pochissima dialettica interna in preda alla invincibile gerontocrazia e/o alla nauseante logica degli “amici degli amici”. Lungi da me voler fare il rottamatore di renziana memoria o far passare il messaggio che giovani=migliori degli anziani, anche perché su questo tema proprio il nostro paese non è il miglior esempio, ma credo, ripetendo il concetto di cui sopra, che se anche i partiti aprissero alla meritocrazia associata alla competenza, avremmo tantissimi più giovani interessati alla cosa pubblica e impegnati attivamente.
L’argomento è vastissimo e sarebbe meritevole di approfondimento soprattutto dopo gli episodi olimpici di strettissima attualità, ma meglio fermarsi qui.
L’impegno dei giovani purtroppo è invisibile, ma c’è. Ora tocca a tutte le istituzioni renderlo ben visibile.
Francesco Panetta