BRUXELLES - La crisi finanziaria che è cominciata nel 2007 e la crisi della zona dell'euro iniziata nel 2010 hanno colpito pesantemente le economie dell'UE e messo in evidenza l'inadeguatezza di molti sistemi e regolamenti finanziari. È emerso chiaramente che la gestione delle economie nazionali e dei mercati finanziari necessitava di una riforma globale.
Le crisi sono coincise con l'acquisizione, da parte del Parlamento europeo, di nuovi poteri che l'hanno posto al centro degli sforzi volti ad affrontarne gli effetti e le cause, a tutelare i contribuenti e a costruire un nuovo sistema. Il Parlamento si è dimostrato attivo su tutti i fronti. Si è impegnato a favore di una legislazione ambiziosa, spesso contro numerosi interessi economici votati al mantenimento dello status quo o a una forte limitazione delle riforme.
Tra i principali successi si annoverano i sistemi per assicurare che i contribuenti non debbano pagare per le banche in difficoltà, un migliore controllo del settore finanziario, i tetti ai bonus dei banchieri, il divieto di credit default swap fortemente speculativi e una governance economica più responsabile.
1. Uno sguardo all'attività del Parlamento europeo
Nel corso della legislatura 2009-2014, la commissione per i problemi economici e monetari ha gestito 63 fascicoli legislativi, circa 200 risoluzioni e pareri e tenuto numerose audizioni con attori chiave, tra i quali il Presidenti della Banca centrale europea (BCE) e dell'Eurogruppo, i commissari europei e i ministri nazionali delle Finanze.
Il Parlamento europeo ha contribuito alla definizione della legislazione lavorando costantemente a favore di un sistema finanziario al servizio dell'economia reale e garantendo che i contribuenti non siano mai più utilizzati come unica linea di difesa, cui tocca pagare alla fine il conto. Il PE ha sostenuto coerentemente un approccio europeo, poiché un'unione economica frammentaria era chiaramente insostenibile. Inoltre, la riduzione della politica economica all'ambito nazionale lascerebbe anche gli Stati membri più grandi in balia della globalizzazione.
L'attività si è concentrata in tre ambiti principali:
• realizzazione di un nuovo sistema di governance economica;
• riduzione dell'irresponsabile assunzione di rischi da parte del settore dei servizi finanziari;
• miglioramento del controllo delle banche e della gestione della crisi.
2. Nuova governance economica
Il Parlamento, che approva insieme ai governi nazionali le norme sulla governance economica, ha svolto un ruolo chiave nella trasformazione del coordinamento delle finanze pubbliche nella zona euro.
Ha costantemente richiesto politiche economiche in grado di generare anche crescita, anziché misure basate solo su austerità. Ha portato avanti una battaglia, spesso solitaria, a favore di maggiore trasparenza e responsabilità quali fattori essenziali per un'efficace integrazione economica.
3. Nuova legislazione sui servizi finanziari
Il contributo del Parlamento è stato essenziale nell'elaborazione di una nuova legislazione volta a controllare gli eccessi dell'industria dei servizi finanziari nel tentativo di far sì che essa operi per l'economia reale, anziché per la generazione di profitti veloci.
Nel corso della sua legislatura quinquennale, il Parlamento è stato oggetto di attività di lobby tra le più decise di sempre mediante le quali il settore dei servizi finanziari ha esercitato forti pressioni sui parlamentari.
La legislazione a cui il Parlamento europeo ha dato un contributo decisivo comprende norme su vendite allo scoperto e credit default swap, scambi dei derivati, operazioni di hedge fund, abuso di mercato monitoraggio e norme per il commercio, agenzie di rating del credito. È stato anche il principale sostenitore dell'imposta sulle transazioni finanziarie e per anni è stata l'unica istituzione dell'UE a impegnarsi fortemente a favore di tale imposta. Infine, il Parlamento ha svolto una forte campagna durante i negoziati riguardanti il conto bancario di base per tutti. Più in generale, il Parlamento europeo ha svolto un ruolo di guida nella definizione della nuova struttura di controllo dei servizi finanziari.
4. Controllo delle banche e gestione della crisi
Dal 2010, il Parlamento europeo ha invocato importanti cambiamenti nelle modalità di supervisione delle banche e alle strutture necessarie per affrontare eventuali crisi bancarie. Purtroppo, molti paesi si sono resi conto di tali esigenze solo a metà del 2012. Nei due anni e mezzo trascorsi, l'UE ha assistito a una serie di drammatici crolli bancari che hanno messo in grave pericolo intere economie.
La normativa bancaria che è stata infine approvata consente un controllo molto più serrato a livello europeo e prevede, inoltre, requisiti molto più rigorosi per l'entità delle riserve di cui le banche necessitano per coprire i rischi. Soprattutto, sono stati predisposti sistemi per assicurare che i contribuenti non siano più la sola e unica difesa contro le crisi finanziarie e che i depositi bancari ordinari ricevano un elevato livello di protezione.
La legislazione più significativa per la quale il Parlamento europeo ha svolto un ruolo chiave comprende leggi sulla liquidazione delle banche in difficoltà, sulla vigilanza bancaria, sulle regole per il salvataggio delle banche, sui requisiti di capitale, sui bonus ai banchieri e sui sistemi di garanzia depositi. Il Parlamento è stato in prima fila anche nel chiedere una riforma completa del sistema bancario . Infine, il Parlamento ha portato avanti in prima persona l'iniziativa per fissare un tetto ai bonus dei banchieri, modello che, secondo molti, potrebbe essere applicato ad altri settori dell'industria dei servizi finanziari.
Fonte: www.elections2014.eu/