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Giovanni Tralci: “Il mio futuro non c’è! Ora c’è il mio presente e sicuramente non è in Italia”

12-08-vanni tralciNOCI (Bari) – Numerose esperienze nel nostro paese sino ad arrivare all'estero: Edimburgo, Granada, Bruxelles. Oggi Giovanni Tralci vive a lavora a Bruxelles dopo aver coltivato sin da piccolo la sua passione per il mondo della ristorazione. Una passione che oltre a permettergli di realizzare i suoi desideri e scoprire sempre nuovi interessi e nuovi stimoli, gli ha anche permesso di lavorare per anni a stretto contatto con suo padre solidificando così il loro rapporto.

Quelle che sono state le iniziali rinunce si sono presto trasmutate in occasioni da non perdere e in traguardi raggiunti con il massimo dell'impegno e della soddisfazione personale. Al futuro Giovanni non guarda, vive il presente consapevole che non sarà in Italia ma che tutto può cambiare.

Hai iniziato a lavorare nel settore della ristorazione molto presto. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questa professione?

Ho trascorso la maggior parte della mia infanzia dividendomi tra il bar di cui mio padre era il proprietario e il ristorante dove lavora ancora oggi: è per questo che mi sono subito avvicinato al mondo della ristorazione. Ho iniziato a lavorare prestissimo, un po' per gioco ma anche spinto dal desiderio di dimostrare a mio padre che ero in grado di gestirmi da solo. Per questa ragione, ho scelto di frequentare l'istituto alberghiero, terminando i miei studi e diplomandomi.

Facendo riferimento alla tua esperienza personale, quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi che si celano dietro il ruolo del ristoratore?

Questa è una domanda difficile per me: personalmente non ho mai trovato aspetti negativi del mio mestiere, amo il mio lavoro perché mi ha permesso di crescere in fretta e di realizzare tutti i miei desideri. Se proprio devo pensare a dei lati negativi della mia attività mi verrebbero in mente i weekend trascorsi lavorando, trascorrere tutte le festività, come il Natale, lontano dalla mia famiglia e rientrando il giorno successivo. Ma questo è quello che succede in Italia! All'estero ho scoperto che questo mestiere è perfetto: due giorni liberi a settimana, Natale a casa e vacanze estive ad agosto, ogni sera per le 23:30/24:00 libero, assicurato, la gente non ti tratta più come un ragazzino ma ogni persona ti stringe la mano e ti saluta, che tu sia il proprietario o il lavapiatti. Oggi non posso quindi dire di trovare degli aspetti negativi del mio mestiere, ma al contrario riesco solo a guardare a quanto di positivo c'è dietro la mia professione.

Nel corso della tua vita hai viaggiato molto per seguire le diverse opportunità lavorative. Quali sono state le esperienze più incisive sia per la tua carriera sia per la tua crescita personale?

Tutte le mie esperienze hanno inciso alla mia vita, le ricordo tutte come se fosse ieri.
Tutto comincia al Ristorante Pizzeria "Green Park" dove ho iniziato a lavorare come bevandista, il che durerà pochissimo, dopo un mese sono passato in sala come "commis di sala". Dopo un anno sono passato al Ristorane Pizzeria Barsento, dove ho trascorso 2 anni fantastici con un team spettacolare. Nonostante questo, la voglia di crescere professionalmente mi ha portato alla mia prima esperienza in hotel: ho lavorato per 4 mesi presso "La Chiusa di Chietri Hotel 4 stelle". In questi 4 mesi un mio grande amico, Fabrizio Turi, ha aperto il suo ristorante di cucina internazionale "Chez Fabrizio" dove come un fratello minore mi ha accolto in famiglia permettendo di lavorare al suo fianco per altri 6 mesi. Ora la prova più grande: ho scelto di lavorare al Ristorante Pizzeria "Al Boschetto" dove mio padre lavora ancora! Era strano: la vita non mi ha permesso di conoscere molto mio padre, ma in due anni di lavoro insieme mi ha permesso di rafforzare il nostro rapporto e di scoprire che la mia passione si estende a diversi settori della ristorazione e non solo al lavoro in sala.
Oramai avevo esperienze in tutti i settori, pizzeria, cucina e normalmente sala, ma decisi di mettermi ancora alla prova. Divenni il responsabile di sala del Ristorante Pizzeria "Le Mie Regine" (TA): questa esperienza mi ha portato a vivere per la prima volta lontano da casa anche se a pochi km da Noci dove tornavo solo nei giorni liberi. Dopo alcuni mesi decisi di partire con un mio amico: direzione Edimburgo. Qui ho trovato lavoro subito, dopo 7 giorni dal mio arrivo e senza saper pronunciare una sola parola in inglese. Gennaro Veneruso che ci accolse come figli nei suoi ristoranti : "Gennaro e Pompeii". In 6 mesi appresi l'inglese, ero il cameriere con più esperienza della squadra diventai in due anni "assistent manager". Dopo 3 anni decisi di seguire la mia ex ragazza nel suo Erasmus a Granada, in Spagna. Qui ho lavorato per soli sei mesi con collaborazioni extra e proprio il fatto di non avere un posto fisso mi ha portato a decidere di partire ancora, questa volta per Bruxelles, dove dovevo rimanere solo per 3 mesi. Ma Bruxelles non era la solita città: in un mese i miei risparmi erano prosciugati, ragione per cui trovai lavoro come aiuto cuoco presso il Ristorante pizzeria Fratelli la Bufala e uno come aiuto cucina in un caffè snack "La Vespa". Lavoravo dalle 8 la mattina alle 11 la sera: non male ma per niente semplice, recuperai velocemente i soldi persi e lasciai il lavoro al caffè così da poter lavorare solamente la sera. In questi tre mesi ho conosciuto persone importanti che hanno subito fatto parte della mia vita, la permanenza all'estero ti permette di capire la genuinità delle persone, quelle persone che in Scozia o Spagna non avevo trovato. Il mio proprietario mi disse di avere un progetto su di me e data la mia relazione amorosa giunta quasi al termine, decisi di restare a Bruxelles. In sette mesi divenni il Manager del Ristorante Pizzeria "Fratelli la Bufala" dove sono rimasto per 2 anni, la nostra squadra era la migliore ma si ruppe dopo un anno. Il mio secondo in sala mi lasciò, e subito dopo anche lo chef, persona stimatissima da me; non mi sentivo più parte di quel ristorante. Ora lavoro da 7 mesi al ristorante Vini Divini Aperitivi dove con grande gioia gestisco il locale con lo chef di cucina Giambattista Suizzo, nonché il vecchio chef del ristorante pizzeria Fratelli la Bufala.
Detto ciò sicuramente le esperienze incisive e importanti sono state quelle all'estero che tutt'ora vivo sulla mia pelle e che mi danno la forza di andare avanti.

Alcune delle scelte fatte sono state guidate da ragioni sentimentali. Ad oggi seguiresti ancora questa strada o, al contrario, metteresti al primo posto la tua realizzazione?

Se mai avessi l'opportunità di tornare indietro non cambierei una virgola di ciò che ho fatto; mettere al primo posto la propria realizzazione è una cosa importante e che sicuramente porta al successo, ma allo stesso tempo può rivoltartisi contro, domani ti potresti svegliare da solo, il che è la cosa per me più brutta.
Ormai sono sei anni che sono all'estero e posso dire che senza l'amore dei miei genitori, senza l'amicizia o amore che sia delle persone che ho conosciuto nella mia avventura fino ad ora, non sarei quello che sono.

Il settore della ristorazione implica non poche rinunce, se si aggiungono le difficoltà di vivere all'estero, lontani dai propri affetti. Come sei riuscito a gestire questo stile di vita e ad affrontare le numerose sfide alle quali sei andato incontro?

La cosa più difficile è rinunciare ai veri abbracci, alle vere parole dette senza malizia dai genitori che puoi sentire il giorno dopo tramite Skype; ma a volte ne hai bisogno la sera quando torni a casa stanco da una giornata intensa di lavoro.
Non attribuisco la colpa alla ristorazione, il problema è stata una Italia in decadenza che non ha premesso a noi ragazzi di restare dove siamo nati, vicino ai nostri cari, siamo dovuti scappare per avere un futuro!!
Bella domanda come sei riuscito a gestire la situazione...e chi lo sa, penso che l'amore, l'umiltà e la grande forza che i miei genitori anche soffrendo mi hanno dimostrato mi abbia aiutato molto nel gestire una vita difficilissima piena di alti e bassi.
Le sfide non finiranno mai; alla fine senza sfide non ci divertiamo e più di continuare a battersi per vincerle non potrò fare!!

Tornare in Italia è una possibilità che intendi valutare per il tuo futuro?

La possibilità di tornare più che altro è una voglia che pian piano sta svanendo. Il mio futuro non c'è ...! Ora c'è il mio presente e sicuramente non è in Italia.
Ho sempre sperato di poter tornare per vivere i miei momenti migliori lì dove ormai rimane solo una piccola parte della mia vita e metà del mio cuore, ma chi lo sa lo scopriremo solo vivendo, come ci ricorda il caro Battisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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