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Antonio Annese: “Chi indossa la divisa dovrebbe pensare solo a difendere gli altri”

12 15 antonio anneseNOCI (Bari) – Dal 1999 Antonio Annese ha iniziato la sua carriera militare e oggi, dopo non pochi spostamenti, presta servizio presso il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Signa (FI). La sua è una passione nata dalla volontà di aiutare gli altri, difendere i più deboli, pur con la consapevolezza dei rischi ai quali chi indossa la divisa va incontro. Noci nella sua vita rappresenta il punto di partenza, il trampolino di lancio, il luogo dove sa di poter trovare sempre la giusta tranquillità per allontanarsi dai ritmi frenetici della propria quotidianità, ma nonostante l'amore per le proprie origini, forte è anche la consapevolezza che vivere in realtà completamente diverse aiuta ad abituarsi anche alle distanze.

 

Durante il periodo vissuto a Noci hai avuto un'esperienza per certi aspetti insolita: tre anni vissuti all'interno del Seminario Vescovile di Conversano...

L'esperienza fatta all'età di quindici anni all'interno del seminario Vescovile di Conversano possiamo definirla insolita ma ad oggi posso dire che mi è servita tanto.
Sin da piccolo ho sempre frequentato la Parrocchia dei "Cappuccini", dove insieme ai miei amici d'infanzia abbiamo passato buona parte della nostra adolescenza e in quel periodo, credo come tutti, ho cominciato a pormi alcune domande, tra le quali il voler scoprire qual'era la mia strada: da qui è scaturita la voglia di voler meglio comprendere sensazioni che sentivo dentro di me.
Infatti, in questi tre anni il seminario è servito proprio a questo, a darmi delle risposte e nello stesso tempo a darmi delle basi solide per il mio futuro insegnandomi a saper convivere e condividere tutto con gli altri, oltre che a rafforzare la mia Fede, che è alla base di tutto.

Dopo il diploma conseguito presso la Scuola Magistrale, nel 1999 inizi la tua carriera militare. Da cosa nasce la volontà di seguire questa strada?

La mia carriera militare è iniziata con il servizio di leva durato due anni. Dopo questo periodo, avendo apprezzato il servizio svolto, ho scelto di provare a intraprendere questa carriera, perché il mettermi a disposizione della gente, consapevole di svolgere anche servizi a rischio, mi gratificava molto.

La carriera militare ti ha portato inevitabilmente a viaggiare e a vivere in diversi posti dell'Italia. Quali sono stati i ruoli e le esperienze più importanti vissute in questi anni?

I luoghi in cui ho prestato servizio sono stati numerosi: Reggio Calabria, Roma, Campobasso, Lecce, Grumo Appula e in fine la Toscana dove attualmente presto servizio presso il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Signa (FI).
Posso dire che l'esperienza che non dimenticherò mai, è quando da Gioia del Colle insieme a tanti altri ragazzi, siamo partiti in treno per Reggio Calabria, luogo in cui ho indossato per la prima volta la divisa.
Durante questi anni ho vissuto tante esperienze importanti, molte emozionanti, altre sconvolgenti, ma tutte che ti lasciano segni dentro e insegnamenti di vita.

Lontano da Noci già dall'età di 19 anni, come hai vissuto questa tua distanza dal tuo paese d'origine e dai tuoi affetti?

Sicuramente tutt'oggi c'è sempre un po' di nostalgia, perché a Noci vive tutta la mia famiglia nativa, i miei amici e vivono soprattutto i ricordi.
All'inizio non è stato facile, ma il tempo ti fa abituare alla routine giornaliera e soprattutto ai rapporti a distanza.

Attualmente la tua vita professionale e privata si svolge a Prato. Quanto ti ritieni soddisfatto della tua attuale posizione e di quella che oggi è la tua quotidianità?

Vivo a Prato insieme a mia moglie e al nostro bimbo di un anno, Andrea. La mia quotidianità si divide, come quella della maggior parte delle persone mie coetanee, tra lavoro e famiglia.
Devo ammettere che, sia grazie al fatto che svolgo un lavoro che mi piace sia per la serenità familiare, mi ritengo molto soddisfatto della mia quotidianità.
La vita in una città come Prato è sicuramente molto diversa dalla vita nocese, sia in senso positivo che negativo.
Tra i lati positivi c'è per esempio l'offerta di servizi pubblici efficienti (cosa da non sottovalutare in contesti come questi) e la consapevolezza che mio figlio avrà (spero) più opportunità di studio e lavoro; tra i lati negativi vi è senza dubbio la conduzione di una vita più frenetica e qualitativamente inferiore. Quanto mi piace tornare a Noci e fare tutto con estrema calma!

Se potessi individuare degli aspetti positivi e negativi della tua professione, quali sarebbero?

L'essere Carabiniere comporta sia aspetti negativi che positivi, ma a mio parere, chi indossa la divisa, sapendo cosa significano quelle fasce rosse poste sui lati dei pantaloni, dovrebbe pensare solo a difendere gli altri e a tornare a casa la sera soddisfatto di quanto fatto.

Noci: semplice punto di partenza e trampolino di lancio o anche il posto dove speri un giorno di poter tornare a vivere?

Noci è stato il mio punto di partenza verso una vita che tutt'oggi ringrazio di aver vissuto e spero di continuare a vivere nel migliore dei modi. Sarà molto difficile tornarci a vivere soprattutto per motivi lavorativi (miei e di mia moglie), ma sicuramente il nostro dialetto e le nostre tradizioni non le dimenticherò mai.
Sono fiero di rappresentare questa piccola città la quale, alle persone a cui l'ho fatta conoscere, ha dato sempre sensazioni positive e tanta tranquillità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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