NOCI (Bari) – L’inzio del mese di settembre è stato sempre un periodo importante per il popolo nocese. Infatti, ogni prima domenica settembrina dell’anno si festeggia, nella cittadina murgiana, il Santo Patrono San Rocco. Oltre alle classiche bande da giro, processioni, luminarie e fuochi pirotecnici, vi è un’ altro evento che ormai da anni allieta la festa del Santo Patrono.
Anche quest’anno, infatti, si rinnova l’appuntamento con il tradizionale trofeo calcistico di San Rocco, ideato e promosso dall’instancabile Mimino Tartarelli (in foto) che per ben diciannove anni ha portato avanti questa tradizione, confermandosi pioniere dei tornei estivi.
Sabato 1 settembre, a partire dalle 18:30 presso i campi sportivi del A.S Dribling, se la vedranno diverse squadre pronte a dare tutto per conquistare il trofeo. Venerdi 31, invece, sarà la volta dei più piccoli, con il mini trofeo rivolto alle categorie esordienti, pulcini e piccoli amici. La grande festa della premiazione sarà svolta nei pressi di Piazza Garibaldi alla presenza delle autorità locali. Anche quest’anno la manifestazione assume caratteri prettamente benefici, visto che ci sarà una raccolta volontaria di fondi destinati all’associazione “Amici di Cazombo” della dottoressa Elisabetta Intini.
Abbiamo incontrato Mimino Tartarelli per farci raccontare le origini di questa manifestazione sportiva.
Signor Tartarelli, quando nasce l’idea di organizzare il Trofeo San Rocco? Qual’era l’obiettivo principale di questa manifestazione?
“L’idea nasce nel 1994, quando ci fu la prima edizione assoluta. A quei tempi Noci viveva un brutto momento per quanto riguarda lo sport e la mia intenzione era quella di riportare un po’ di vitalità, di far divertire i giovani. Nelle prime edizioni invitai diverse associazioni sportive dei paesi limitrofi, tra cui Putignano, Monopoli, ecc. Era un torneo gratuito, poi con l’aumentare delle spese ho dovuto far pagare qualcosa anche per acquistare gli stessi premi. Agli inizi partecipavano solamente i più grandi, poi ho pensato di introdurre anche la categoria riservata ai più piccolini”.
Come mai ha scelto di organizzare anche un torneo per i più piccoli?
“L’ho fatto perché a me piace stare con i più piccoli. Mi diverto insieme a loro. E poi sono rispettosi, anche per strada quando mi incontrano mi salutano sempre. E’ bello vederli appassionati nel gioco. Ultimamente però molti ragazzi si stanno perdendo, parlo dei più grandi. Spesso prendono un impegno e poi sono io che devo stare dietro e chiedergli se confermano la partecipazione o no. E così diventa tutto più difficile, anche per la semplice organizzazione dei premi”.
Anche quest’anno il trofeo assume un carattere benefico. Quando ha scelto di introdurre la beneficenza in questo torneo?
“Anche quest’anno ci sarà un raccolta volontaria da destinare all’associazione “Amici di Cazombo” della dottoressa Intini. A febbraio ci dovrebbe essere l’inaugurazione dell’ospedale proprio in Cazombo. Inizialmente scelsi di destinare il ricavato del trofeo alle associazioni sportive per venire incontro ai bambini che volevano iscriversi per imparare a giocare, e quindi abbassare appunto i costi di iscrizione. Dopo quache tempo ho notato che le cose non andavano come dovevano e ho deciso di destinare i ricavati all’associazione Ant prima, e poi all’associazione Amo Puglia. Dopo di chè ho deciso di affidare i ricavati alla dottoressa Intini, anche perché è stata sempre coerente con quello che ha detto, e ha dimostrato a tutti i progressi che ha fatto li in Cazombo appunto andando a costuirci un ospedale".
Quali sono le difficoltà di organizzare un trofeo?
“Principalmente raggruppare tutte le squadre. Ribadisco, i ragazzi di oggi vogliono essere inseguiti. Non sono più loro a prendere l’iniziativa, a rendersi partecipi. Bisogna stare da dietro, molti addirittura consegnano l’iscrizione il giorno prima del torneo. Ci vorrebbe un po’ più di coerenza. E poi anche il fatto stesso di trovare gli sponsor è una difficoltà, poi soprattutto con questi tempi di crisi. Ma nonostante tutto molti sponsor hanno garantito sempre il loro appoggio, sposando l’idea anche della beneficenza. E quindi colgo l’occasione per ringraziarli uno ad uno.”
Nella locandina pubblicitaria si legge che il trofeo è a cura di Mimino Tartarelli e Giovanni Laera. E’ lui il succcessore destinato a portare avanti questa tradizione?
“Giovanni penso sia il ragazzo più adatto perché si è sempre dimostrato partecipe dell’organizzazione del torneo, e mi sta aiutando parecchio. Si dimostra appassionato nel farlo e penso sia la persona più giusta a portare avanti questa tradizione”.