NOCI - Tra le 71 medaglie conquistate ai Giochi Paralimpici di Parigi è arrivata anche quella di bronzo nei 400m stile libero S9 della putignanese Vittoria Bianco.
L’atleta pugliese dopo la prima esperienza ai Giochi di Tokyo nel 2021, dove aveva vinto l’oro nella staffetta 4x100 stile libero femminile 34 punti, ha partecipato alla sua seconda paralimpiade mettendosi al collo la prima medaglia individuale ai Giochi. La Bianco ha conquistato il bronzo nei 400m stile libero S9 con il tempo di 4:47.55 dietro all’ungherese Zsofia Konkoly e all’australiana Lakeisha Patterson.
Quella di Vittoria è una storia di lotta e resilienza, abile nel non abbattersi dopo la diagnosi di un rabdomiosarcoma alla coscia destra del 2016 che le ha portato l’amputazione della gamba. Il nuoto è sempre stato presente nella sua vita e nonostante la malattia è tornata in acqua per inseguire i suoi sogni.
Al termine dell'esperienza parigina Vittoria ha risposto alle nostre domande raccontando tutto quello che ha vissuto in queste settimane.
Innanzitutto come stai e come stai vivendo questo post Paralimpiade.
“Sto bene, questo post paralimpiade procede bene. Mi sto prendendo qualche settimana di pausa per rilassarmi un attimo visto che è stato un periodo difficile sia dal punto di vista fisico e mentale, con allenamenti molto intensi che mi hanno stressato tanto. Ora è il momento del relax totale”.
Come hai affrontato questi tre anni da Tokyo a Parigi?
“In realtà ho affrontato questo periodo abbastanza semplicemente. Forse il 2024 è stato l’anno che mi ha messo più alla prova siccome ho cambiato gli allenamenti ed ho intensificato il programma. Possiamo dire che la Paralimpiade si costruisce negli anni ma gli ultimi mesi sono sicuramente quelli più importanti”.
In questo avvicinamento hai avuto una serie di problemi fisici che ne hanno limitato la tua preparazione. Come sei riuscita a conciliare il tutto ed a prepararti per questi Giochi?
“Si, ho avuto una serie di piccoli problemi fisici che però non hanno compromesso la mia preparazione, visto che stavo preparando i Giochi da diversi mesi. Questi problemi li ho avuti nelle ultime tre settimane e non hanno compromesso la preparazione. La condizione fisica non era delle migliori però sono riuscita ad allenarmi. Questi problemi, però, mi hanno devastata principalmente a livello mentale e non fisico”.
Quali erano le tue aspettative alla vigilia?
“Le aspettative, proprio per quanto detto prima, non ce n’erano, perché sapevo di avere avversarie forti, non ero stata bene e quindi mi ero posta come obiettivo la finale ma sapevo che sarebbe stato molto difficile arrivare a podio”.
Raccontaci le emozioni che hai provato in acqua nella finale dei 400 stile.
“In realtà non mi sono accorta di nulla quando ho toccato la piastra all’arrivo. Ho capito di aver vinto la medaglia all’intervista appena uscita dall’acqua siccome nuoto con occhiali graduati che erano un po’ appannati e non riuscivo a vedere bene il tabellone. Ho sentito la gente esultare ma non avevo capito di essere riuscita a vincere la medaglia”.
La tua gara è stata una di quelle che ha visto la presenza del Presidente Mattarella sugli spalti. Lo sapevi? Hai avuto modo di incontrarlo nel villaggio olimpico o nel post gara?
“Sapevo della presenza del Presidente Mattarella perché avevo ricevuto un messaggio da mio padre. Non ho avuto modo di incontrarlo nel villaggio siccome è venuto a pranzo il giorno in cui io avevo la finale ed era impossibile andare a pranzare con lui. Non ho quindi avuto modo di vederlo”.
Quali sono le differenze tra la medaglia di Tokyo in staffetta e questa individuale di Parigi?
“Queste due medaglie sono molto differenti. Quella di Tokyo è stata di squadra visto che era con la staffetta. Questa è individuale, mi aspettavo e speravo di vincerla, nonostante sapessi anche che sarebbe stato molto difficile conquistarla. Sono diverse anche per il contesto, a Tokyo c’era il Covid e non c’era il pubblico, a Parigi c’era tantissima gente, tanto tifo e questo faceva molto effetto”.
Far parte di una associazione come Art4Sport di Bebe Vio, quanto ti ha aiutato per questi giochi? I tuoi compagni ti sono stati utili per superare tutte le difficoltà?
“Mi ha aiutato molto. I miei compagni dell’associazione erano lì, facevano il tifo per me e sono stati utili per smorzare l’ansia”.
Cosa consiglieresti ai tanti giovani affetti da disabilità in Puglia e in Italia che vogliono avvicinarsi al mondo dello sport?
“Io direi di credere in se stessi e di fare sport. Fare sport è utile sotto diversi aspetti e aiuta ad aumentare l’autostima e a credere in se stessi”.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
“Nell’immediato mi riposerò e mi rilasserò, cercando di allontanare lo stress di questi ultimi mesi. Poi vedremo quello che accadrà. Sicuramente continuerò a nuotare e cercherò di allenarmi per migliorare e mantenere alto il livello delle mie prestazioni”.