NOCI – Un pomeriggio davvero speciale quello dello scorso 27 maggio per i ragazzi delle classi 5^A e 5^B dell’I.C. “Pascoli Cappuccini". Preziosa si è rivelata la totale e sinergica collaborazione tra scuola e famiglia. I genitori e le insegnanti si sono attivati prontamente assieme all’Associazione turistico-culturale “Terre delle Noci” in modo da organizzare una gita pomeridiana alla scoperta di 4 tra le 33 chiesette rurali che il territorio nocese può vantare. In particolare, il tour ha coinvolto le chiesette delle Masserie “Il Soccorso”, “La Mandra”, “Mastro Marco” e “Morea”. Noi di Noci24 abbiamo voluto vivere personalmente questa esperienza e dobbiamo ammettere che ci ha regalato emozioni stupende. Emozioni che in questo articolo teniamo a condividere con voi lettori. GALLERY
Alle ore 15:45, nei pressi del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, i ragazzi, le insegnanti, i genitori e noi della redazione abbiamo atteso il pullman che, sotto la guida della dott.ssa Francesca Tinella (Presidente dell’Associazione “Terre delle Noci) e dell’architetto Francesco Tinelli, ci avrebbe accompagnati lungo il tour. Alcune importanti precisazioni da parte dell’Architetto Tinelli, hanno consentito di comprendere meglio il valore e l’importanza di ciò che avremmo di lì a breve visitato. Molti nocesi confondono ancora le “chiesette rurali” con quelle “rupestri”. Nulla di più sbagliato, dal momento che per “chiesa rupestre” va intesa quella scavata nella roccia. La chiesa rurale è invece quella che è possibile trovare nell’agro, lontano del centro abitato. Dove c’è una chiesa rurale è imprescindibile la presenza di una masseria, il cui corpo è solitamente distaccato dal luogo di culto. Il perché è semplice, ma non scontato. Le masserie erano un tempo dei veri e propri “mini-mondi”; centri produttivi autonomi in tutto e per tutto. La mole di lavoro non era indifferente e col tempo, anche la vita quotidiana (non solo lavorativa) dei mezzadri e degli altri lavoratori a servizio della famiglia iniziò a svolgersi entro le mura masserizie. Della vita quotidiana, faceva ovviamente parte anche la dimensione spirituale e religiosa, la necessità di raccogliersi in preghiera. La prima meta è stata Masseria Soccorso, dove è ubicata la più antica delle chiesette rurali presenti in agro di Noci. Risale presumibilmente al 1455 e va sottolineata una piccola curiosità geografica. Prendendo come riferimento la Chiesa Madre di Noci, ci accorgeremo che la chiesetta della Madonna del Soccorso e il Santuario della Madonna della Croce hanno la stessa distanza dal centro abitato. Bellissimo e ricco di simbolismi (per quanto evidentemente bisognoso di un meticoloso lavoro di restauro) è l’affresco che troviamo all’interno. Ai piedi della Vergine con in braccio il Bambino, troviamo Noci, immediatamente riconoscibile dai suoi tre campanili. Non è attualmente possibile risalire all’autore e alla datazione del dipinto che, come dicevamo, sarebbe bello ammirare nell’originario splendore dopo un restauro. L’associazione “Terre delle Noci”, alcuni anni fa, dotò la chiesetta di un pannellino solare, in maniera tale che fosse illuminata alla sera.
Tutti nuovamente sul pullman diretti verso Masseria La Mandra, dove c’era e c’è un mulino (oggi modernizzato) E’ stata una piacevolissima sorpresa per tutti vederlo in funzione e capire come vengono prodotte tutte le bontà che quotidianamente approdano sulla nostra tavola, a base di farina raffinata, integrale, di crusca o di “grossetto”, come le orecchiette che d’estate si gustano con sugo di pomodoro fresco e basilico. Dopo la magia fuori programma del mulino, la visita alla prima e unica chiesetta di Noci dedicata alla Madonna Della Neve. Anticamente c’erano solo l’altare, l’inginocchiatoio e le acquesantiere, il dipinto oggi presente, è stato commissionato appunto in tempi recenti dall’attuale proprietario. Un particolare che ha catturato l’attenzione di tutti: la meridiana posta al sommo di una finestra, sovrastata dalla scritta: “Così la vita corre, e passa e vola”. Un semplice ma intenso invito a dar significato a ogni singola ora del giorno e al tempo che ci è concesso. E a proposito di meridiane: presso Masseria Mastro Marco, il Professor Tria ne ha fatta notare una ancora più particolare. Oltre alle ore del giorno, segna anche i mesi e i 12 segni zodiacali corrispondenti. Era anche possibile individuare quante ore mancassero al tramonto. Cosa molto importante per gli antichi, la cui giornata terminava appunto al calar del sole, essendo iniziata anche prima dell’alba. Venendo al nome della Masseria, esso è da ricondurre probabilmente al primo affittuario, tale Marco D’Ottobre.
La chiesetta di Masseria Mastro Marco ha attirato l’attenzione di grandi e piccini, per la bellezza dell’affresco e anche perché è quella che si presenta nel miglior stato di conservazione. L’affresco raffigura l’Immacolata, centro del disegno divino, attorniata da Angeli e da quattro Santi: A sinistra San Michele Arcangelo e più in basso San Vincenzo, mentre a destra San Giuseppe, sposo della Vergine e San Nicola, molto venerato da noi in Puglia. Ad impreziosire la Chiesa, la presenza di un piano. Lasciata Masseria Mastro Marco, ci si è diretti verso la quarta e ultima tappa del tour: Masseria Morea.
La chiesetta qui presente è tra le più minimali e anche in questo caso la necessità di un restauro è più che evidente. Il dipinto posto all’interno raffigura la Vergine del Carmelo, nei cui confronti c’è sempre stata una grande devozione. Originale l’elemento decorativo con funzione di finestra che rappresenta un agnello scolpito in pietra, con in bocca un ramoscello d’ulivo. Alle spalle della masseria, si è potuto osservare uno dei sei apiari presenti nelle masserie dell’agro nocese. In masseria si produceva di tutto: cereali, latte e derivati, ortaggi, salumi, e non faceva eccezione il miele, da sempre considerato un buonissimo farmaco naturale. Giunte ormai le 20:00, ora dell’aperitivo, la famiglia Morea ha pensato di offrire a tutti i partecipanti un rinfresco a base di alcuni ottimi prodotti tipici: formaggio primosale, mozzarelle, friselline con crema di carciofi, taralli, focaccia, e succhi di frutta da bere.
Spontaneamente è scattato il brindisi al bel pomeriggio trascorso.
Un modo stupendo per concludere l’anno scolastico, all’insegna della scoperta dei tesori del nostro territorio. Come hanno sottolineato l’architetto Tinelli e la dott.ssa Tinella, essendo l’agro nocese ricchissimo di masserie, è giusto puntare sulla loro valorizzazione anche dal punto di vista turistico. Il prossimo 10 giugno si replicherà l’esperienza con un altro nutrito gruppo di alunni, genitori e insegnanti.
Al seguente link, i lettori più appassionati di fotografia, potranno visionare una gallery contenente alcuni scatti di questa indimenticabile esperienza: GALLERY