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Un convegno sulle nuove frontiere della medicina di genere: quando le differenze contano!

03 16 MedicinaDiGenere 1NOCI (Bari)- Tra i principali obiettivi dell’Amministrazione Comunale, rientra l’invogliare i cittadini a prendersi cura della propria salute, informando correttamente i cittadini su tutte quelle che sono le nuove frontiere contemplate oggi dalla medicina. In quest’ambito rientra il convegno medico scientifico tenutosi lo scorso 14 marzo presso il Chiostro di San Domenico e avente per tema: “La Medicina di Genere: elemento di equità e sostenibilità del Servizio Sanitario. Quanto e come differiscono le manifestazioni sintomatiche e il decorso clinico di una determinata patologia nell’uomo e nella donna? Quali altri fattori entrano in gioco? Quanto può rivelarsi utile studiare queste differenze ai fini di una terapia tempestiva ed efficace? Queste le domande a cui hanno risposto i relatori nel corso di un interattivo e stimolante dialogo con la Dottoressa Vincenza D’Onghia (specializzata in nutrizione clinica e malattie metaboliche) in veste di moderatrice.
Tra i professionisti presenti, anche la Dottoressa Anna Maria Moretti, una delle massime autorità nel campo della Medicina di Genere, nonché direttrice dell’U.O. di Pneumologia del Policlinico di Bari e Presidente del GISeG. Sono intervenuti inoltre il Dott. Francesco De Tommasi (in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Bari) e la Dott.ssa Anna Vita Perrone, dirigente del Settore Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia.

03 16 MedicinaDiGenere 24La nostra cultura sta diventando sempre più “No gender”, dal momento che molte differenze e molte barriere vengono progressivamente (e anche giustamente) abbattute. Se è giusto che in quanto a diritti umani, lavorativi e sociali, uomini e donne siano posti su un piano di assoluta parità, è altrettanto vero che vi sono dei casi in cui le innegabili differenze (biologiche e non) devono essere necessariamente prese in considerazione. Il caso più eclatante è quello della medicina, che deve evidenziarle e studiarle, non certo a fini discriminatori ma per garantire in maniera assolutamente equa il diritto alla salute. Potrebbe essere sintetizzato così il messaggio che la serata ha promosso mediante il linguaggio semplice ma chiaro, diretto ed efficace dei relatori. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla socialità Marta Jerovante, la Dott.ssa Vincenza D’Onghia ha introdotto la serata riferendosi alla Medicina di Genere come ad una “Rivoluzione copernicana partita forse un po’ in sordina ma che sta fortunatamente affermandosi in maniera sempre più preponderante. Le Istituzioni e gli Enti Locali devono necessariamente essere al passo, organizzando i servizi in modo tale da garantire il massimo nella qualità dell'assistenza".

Ha preso poi la parola il Dottor Francesco De Tommasi: “Noi medici di famiglia abbiamo il primo e più diretto approccio con il paziente: cerchiamo quindi di invogliarlo a prendersi cura di se, facilitati da quel rapporto di confidenza che viene a crearsi. Oltre all’esperienza, deve scendere in campo anche l’umanità. Di disinformazione, purtroppo, ce n’è tanta e non sempre buona comunicazione è sinonimo di corretta informazione. Bisogna impegnarsi unanimemente a divulgare informazioni che siano però corrette.Fortunatamente, anche la gente meno acculturata, sta iniziando a maturare una certa percezione delle inequivocabili differenze tra i due sessi in campo medico.

03 16 MedicinaDiGenere 12Tutto quello che dobbiamo fare è spingere in questa direzione, perché conoscere le differenze è fondamentale nell’ individuare il tipo di terapia più efficace”
La Dott.ssa Moretti, ha sottolineato che la Medicina di Genere non si sofferma solo sulle differenze biologiche: “Entrano in ballo fattori che vanno anche al di là dell’identità sessuale, come ad esempio la religione, lo stile di vita e l’appartenenza etnica. Due persone appartenenti allo stesso sesso ma con diversi stili di vita possono sviluppare patologie differenti!”.
Una donna che svolge un lavoro massacrante, va incontro ad una serie di patologie fisiche e psichiche diverse da quella che lavora un gran numero di ore in meno e nell’ambito di un’attività che la gratifica. Così come chi vive in un paese in via di sviluppo, ha più probabilità di incorrere in malattie infettive rispetto ad una che risiede in un paese industrializzato, dov’è invece più facile contrarre malattie a carico dell’apparato respiratorio, causate dall’inquinamento. In Sudafrica, ad esempio, la mancanza di cibo può portare a malattie sistemiche direttamente consequenziali alla denutrizione. Al contrario, negli USA abbondano quelle causate dal mangiare troppo e male.
03 16 MedicinaDiGenere 14Tra i fattori da considerare ci sono anche quelli culturali e religiosi.
E’ noto a tutti che presso alcune culture, come ad esempio quella cinese, è diffusa la pratica di medicine alternative. Altrettanto evidente è il fatto che gli appartenenti ai diversi credo religiosi, si approccino in maniera assai differente alla medicina.
Tornando alle diversità tra uomo e donna, la Dott.ssa Moretti ha spiegato che: “Se ci soffermiamo ad osservare la conformazione del cervello maschile e femminile, noteremo sostanziali differenze di tipo neurologico. L’uomo è più pragmatico e razionale, perciò la sua attività cerebrale è molto più lineare.
La donna è invece “multitasking”: riesce a fare molte cose assieme ed è tendenzialmente più emozionale. Nel suo cervello un vero e proprio groviglio di collegamenti
Molte diversità fisiche e biologiche, si sviluppano già nel feto: non a caso, trovandosi di fronte a una nascita prematura, la femminuccia ha più probabilità di sopravvivenza rispetto al maschietto, in cui alcuni organi si sviluppano con tempistiche diverse”. 
Sulle manifestazioni cliniche di una stessa patologia in ambo i sessi, la  Moretti è stata chiara e ferrea: “Pensiamo all’infarto: se una donna arriva in pronto soccorso accusando un mal di stomaco lancinante, non viene automatico pensare che stia accadendo qualcosa al livello cardiaco (nell’uomo infatti i sintomi sono ben altri) e c’è quindi il rischio di sbagliare diagnosi, perdendo tempo prezioso.
03 16 MedicinaDiGenere 19 copyIn base  alle statistiche, anche alcuni farmaci vengono assorbiti in maniera diversa dall’organismo maschile e femminile e questo influisce, ovviamente, sul grado di efficacia. E’ vero che le donne vivono sì più a lungo rispetto agli uomini, ma la qualità della loro vita è inferiore, perché sono esposte a una maggior quantità di patologie.
In buona sostanza, quando pensiamo alla Medicina di Genere, dovremmo immaginarci una specie di arcobaleno, in cui ogni strato contiene indicatori fondamentali da prendere in considerazione. Non dobbiamo pensare di trovarci di fronte ad un “caso”, a una “patologia” ma ad una persona con un soggettivo e unico vissuto”.
Sembra che la Puglia sia stata una delle Regioni più virtuose nell’aprirsi alle nuove frontiere della Medicina di Genere, interagendo al meglio anche con le istituzioni, ma la sanità può e deve ancora migliorare tanto!

Anna Vita Perrone, Dirigente del Settore Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia, non poteva non tralasciare l’importanza del creare una vera e propria cultura riguardo all’argomento: “L’informazione è fondamentale e deve essere liberamente accessibile a tutti. Per questo nella nostra biblioteca abbiamo acquistato testi e riviste che trattano approfonditamente di Medicina di Genere e che sono consultabili sia dal vivo, sia spulciando i nostri archivi online. Stiamo programmando una serie di incontri con quelle categorie che ci stanno più a cuore dal punto di vista dell’informazione e del futuro della Medicina di Genere: Giornalisti e studenti!”. 

A proposito di studenti, In platea erano ne erano presenti  alcuni dell’IIS “Da Vinci-Agherbino, rientrando l’iniziativa nel progetto di alternanza scuola-lavoro. Una bella dimostrazione di come la scienza possa ed anzi debba trasformarsi in un dialogo accessibile a tutti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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