FORLÌ - Sono a Forlì, è martedì 16 maggio, sono le 19:00, piove ormai da circa diciotto ore ed il sindaco attraverso i propri canali social ha annunciato che tra le 19:30 e le 20:30 i fiumi Montone e Ronco che circondano la città sarebbero esondati causando una delle peggiori inondazioni della storia della città e raccomandava di salire ai piani superiori delle abitazioni.
Intorno alle 20:45 il fiume rompe gli argini ed inizia ad allagare i quartieri Cava e Romiti sulla sua sponda sinistra. Passano i minuti, la pioggia aumenta, l’acqua sale, le richieste di aiuto si moltiplicano. Alle 21:40 l’acqua avanza e lambisce Corso Garibaldi alle porte della città. Con il passare dei minuti la situazione diventa sempre più drammatica, un improvviso blackout colpisce la città. Guardando fuori dalla finestra è tutto buio, con la torcia del telefono cerco di farmi spazio in casa per decidere il da farsi. Abito da solo, al piano terra, sarebbe stato pericoloso passare la notte, chiamo un mio amico, nocese anche lui, che mi viene a prendere per affrontare la notte insieme. Ci facciamo forza a vicenda, sui siti di informazione cerchiamo di raccogliere quante più notizie possibili. Passa la notte, tre quarti della città è ancora senza corrente elettrica e cerco di ottenere news sulle condizioni della via di casa. Quando avvengono questi eventi ambientali catastrofici molto spesso il dopo è peggio del durante. L’alluvione ha lasciato quartieri sott’acqua, fango da spalare, ha cancellato i ricordi ed ha portato morte e devastazione. La Romagna però è dura da battere, i romagnoli sono un popolo incredibile, accogliente e con grande forza di volontà. Dall’indomani mattina molti studenti universitari e numerosi gruppi di volontari provenienti da tutta Italia si sono adoperati per aiutare i più bisognosi attraverso raccolte di cibo e sostegno per la pulizia delle strade dal fango.
Il bilancio dell’alluvione è drammatico: sono 43 i paesi che sono finiti sott'acqua, quindici in provincia di Bologna, quattordici in provincia di Ravenna, dodici nel forlivese-cesenate e due in provincia di Rimini. Sul territorio si sono registrate 23 esondazioni di fiumi, 290 frane, oltre 500 strade chiuse, circa 15.000 sfollati e quattordici decessi.
La situazione è ancora tragica, c’è tanto lavoro da fare ma la Romagna non molla, la Romagna è forte e si rialzerà. TIN BOTA ROMAGNA.