NOCI – La collettiva di cultura tutta al femminile “Schiaparelli Pink” sta continuando a tenerci ottima compagnia in questo mese di maggio. Mercoledì scorso, presso il Chiostro delle Clarisse, dalle ore 19:00 a oltre le 20:30, si è tenuta una serata interamente dedicata alla poetessa, traduttrice e cineasta iraniana Forugh Farrokhzad, la cui “penna ribelle” è una delle più amate in patria e più tradotte all’estero. Grazie all’Associazione Artres punto di svolta e della Prof.ssa Carmen Spinelli, i presenti hanno potuto conoscere l’animo combattivo e assetato di libertà della poetessa, attraverso gli splendidi versi contenuti nel libro “Io parlo dai confini della notte”, tradotto in italiano da Domenico Ingenito. A seguire “Il dono”, un emozionante reading poetico con la voce recitante di Elisabetta Sbiroli e l’accompagnamento musicale di Augusta Dall’Arche docente di Pedagogia musicale Didattica della musica presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia, pianista e divulgatrice. La serata si conclusa con una intensa sorpresa musicale a cura del duo Leila Shirvani (violoncello) e Domenico di Leo (pianoforte)
Leggendo i suoi straordinari, dolci e al tempo stesso graffianti versi, si farebbe fatica a credere che Forugh Farrokhzad, nata nel 1934, ci abbia lasciati nel lotano 1967, a soli 31 anni. Le sue poesie sembrao scritte neanche ieri, ma oggi, in questo preciso istante. La sua rabbia di “donna prigioniera” in una società rigida che funge da gabbia strettissima; il suo grido e la sua sete di libertà e indipendenza sono emozioni che palpitano e scalpitano più che mai nei cuori delle donne iraniane di oggi. Forugh che non ci sta all’idea di una donna-oggetto, e allora la mette al centro, la fa diventare il soggetto della poesia. Forugh che non si vergogna di esprimere con passionalità straordinaria l’intenso desiderio nei confronti di un uomo. Confessa di aver peccato tra le braccia del suo amante proprio per rendere le donne consapevoli che amare, desiderare carnalmente qualcuno non dovrebbe essere considerato “peccato”, ma una meravigliosa normalità. E la poetessa fa di più: invita l’uomo a inchinarsi di fronte a una donna e a tutto ciò che ella è in grado di rappresentare e di donare. Non stupisce per nulla, quindi, il fatto che i suoi versi fossero stati al tempo sottoposti a censura. Ma tanto più le “cesoie” hanno tentato di reciderli, più i suoi versi hanno continuato a sbocciare come fiori di speranza e di coraggio. Attraverso di essi, Forugh continua a parlarci, invitandoci a non mettere mai a tacere (non fino a quando sia completamente saziata) la nostra sete di libertà e di emancipazione, di realizzazione personale in qualsiasi ambito. Alla presentazione del libro "Io parlo dai confini della notte", e al reading poetico con la voce recitante di Elisabetta Sbiroli e il dolce accompagnamento del pianoforte di Augusta Dall'Arche è seguita una bellissima sorpresa musicale: la violinista Leila Shirvani e Domenico di Leo (al pianoforte) si sono esibiti nel concerto "Canti persiani e grandi pagine della musica da camera". Del resto, è risaputo che dopo la poesia, la musica è la più celeberrima dispensatrice di emozioni!