NOCI – Motori accesi per la quarta edizione del Festival letterario “Chiostri e Inchiostri” che si terrà dal 28 al 30 luglio nel centro storico di Noci. La manifestazione, con la direzione editoriale del senatore Pietro Liuzzi, è organizzata dal Parco Letterario Formiche di Puglia, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Puglia e del Comune di Noci, e la collaborazione dell'Accademia di Belle Arti di Bari e Institut Ramon Llull. Oltre al sostegno di numerosi sponsor privati. Come ogni anno, l’evento vede una speciale anteprima, con la partecipazione di un ospite speciale. A tenere a battesimo questa edizione è stato Nicola Gratteri. Lo scorso 24 luglio, presso Largo Sottotenente Rotolo, a partire dalle 20:30, il Procuratore ha dialogato con Giancarlo Fiume, caporedattore Tgr Rai Puglia, in merito al suo nuovo libro “Fuori dai confini”, edito da Mondadori e scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, uno dei massimi esperti di 'ndrangheta nel mondo. Una cruda e lucida analisi di come la mafia (in particolare la 'ndrangheta) abbia cambiato e stia continuando a cambiare volto e modalità operative
Dopo il discorso introduttivo da parte del senatore Piero Liuzzi, direttore artistico della rassegna, è intervenuto anche il sindaco Francesco Intini, che ha pronunciato una frase molto significativa, ripresa poi dallo stesso Gratteri nel corso della serata: “Quella della legalità non è mai la strada più semplice, ma è quella che dobbiamo sempre scegliere”. Il primo cittadino ha poi consegnato al Procuratore una targa donata dall’Amministrazione Comunale di Noci. Gratteri e Giancarlo Fiume sono subito entrati nel vivo dell’argomento della serata: la ‘ndrangheta e il suo continuo trasformismo. Il titolo del libro, “Fuori dai confini” è già particolarmente evocativo. La mafia è morta? La mafia è una realtà ormai talmente pallida da risultare quasi priva di consistenza? Mai stereotipo fu tanto infondato. Non esisterà più la mafia locale, quella di stampo prettamente rurale; quella circoscritta al livello regionale o che solo occasionalmente varcava i confini nazionali. La mafia odierna, di confini ne ha sempre meno. È diventata una vera e propria organizzazione imprenditoriale con una rete sempre più capillare, e di conseguenza, sempre più pericolosa. La mafia non è mai qualcosa di statico: muta continuamente, così come la società. Talvolta, essa riesce a integrarsi in maniera così subdola e sottile, che la società non solo è incapace di riconoscerla e isolarla, ma paradossalmente, finisce per accettarla di buon grado. Il mafioso dei nostri giorni non ha più il rolex, la “coppola” e la pistola a vista, sempre pronta all’uso. Il mafioso del 2023 può essere quell’imprenditore stimato e rispettato da tutti perché “Dà conforto e lavoro”, per dirla con le parole del buon Fabrizio De André. Poco importa se quel lavoro è illecito e i soldi che ne derivano sono sporchi. La mafia è quell’avvoltoio sempre pronto ad avventarsi su qualsiasi “carcassa”, a sfruttare anche le situazioni già di per sé disperate, come la guerra in Ucraina. Un lauto banchetto, specialmente per quel che riguarda il traffico di armi. Gratteri, a questo proposito, pone e si pone una domanda importante: “Perché non fare in modo che le armi inviate dai vari paesi europei all’Ucraina siano in qualche modo tracciate? Si potrebbe avere la certezza che arrivino a destinazione, scongiurando il rischio che vadano ad alimentare il traffico illegale”.
La ‘ndrangheta è specializzata nel commercio di droga e nell’impiego di tecnologie sempre più avanzate. Per i paesi in cui si coltiva la droga (in particolare cocaina) gli ‘ndranghetisti sono “clienti privilegiati”. “Lascia in giro poche scorie, pochissimi collaboratori di giustizia, ed è per questo che la ‘ndrangheta gode di così tanta credibilità da potersi permettere di pagare la droga dopo averla a sua volta rivenduta. Non solo: la paga anche molto meno di altre organizzazioni mafiose, come la camorra o la sacra corona unita” - ha spiegato Gratteri. Il Procuratore ha poi raccontato anche un emblematico episodio avvenuto nel corso della sua carriera: “Sequestrammo diversi kg di cocaina, tempo fa. La ‘ndrangheta sapete cosa fece? Mostrò a coloro da cui l’aveva acquistata il verbale del sequestro e quelli li rifornirono gratuitamente dello stesso quantitativo”.
Sembra che per la mafia, il futuro sia rappresentato dal mercato delle droghe sintetiche. In verità, assoldano già diversi chimici che mettono appunto droghe sempre nuove, che non vengono riconosciute come tali dalle tabelle ufficiali degli stupefacenti. Quando queste vengono aggiornate, loro hanno già sfornato un nuovo tipo di droga. E via in un circolo vizioso. Ciò che deve fortemente preoccupare, è l’approdo alla cocaina sintetica.
“Sarebbe davvero un guaio di grandissime proporzioni” - ha affermato Gratteri- “La cocaina sintetica costerebbe molto meno rispetto a quella normale, che richiede, oltre a molto impegno, anche più tempo, dovendo rispettare una ciclicità naturale per quanto concerne la coltivazione”.
Sorge spontanea una domanda: come siamo messi a livello di sicurezza in Europa? Stando a quanto sostiene Gratteri, molto male, purtroppo per noi. “Alcuni paesi Europei hanno norme veramente assurde, che di certo non complicano la vita ai mafiosi, ma caso mai gliela agevolano. L’Europa sta diventando una grande prateria dove chiunque può coltivare cocaina e acquistare tutto ciò che è in vendita”. Urge quindi rafforzare quanto mai la sicurezza con norme ad hoc che devono poi essere applicate. In conclusione di serata, Giancarlo Fiume ha chiesto a Gratteri quale messaggio volesse lasciare alla platea presente e soprattutto ai giovanissimi.
Il procuratore si è rivolto agli insegnanti: “Anche durante il prossimo anno scolastico, sicuramente attuerete il progetto per la legalità. Piuttosto che portare nelle scuole le testimonianze di collaboratori di giustizia o persone di dubbia credibilità, portate i ragazzi all’interno delle comunità terapeutiche. Spronateli a sommergere di domande chi vi soggiorna e sta tentando di uscire da quel tunnel”
Gratteri ha proseguito dunque con un esempio pratico: “Ricordate che ai ragazzi non si può parlare di mafia parlando anche di moralità. Loro la moralità spesso non sono in grado di comprenderla. Ragionano in termini di soldi: per loro contano il cellulare all’ultima moda o i vestiti firmati. E allora, fate questo esempio: un idraulico e un corriere della droga guadagnano su per giù la stessa somma, ma ci sono delle enormi differenze. Il peggio che può capitare all’idraulico è che qualcuno una volta non lo paghi, mentre il corriere della droga ha due spade di Damocle che pendono sul suo capo. Una è il rischio di essere catturato e passare se non il resto della sua vita, tanta parte di essa in carcere, lontano dagli affetti. L’altra, ben più grave, è la concreta possibilità di finire ammazzato da qualche organizzazione rivale. Il corriere della droga, non potrà mai aspirare a diventare un capomafia, sarà solo un “utile idiota” al servizio dei vertici”.
Tantissimi spunti di riflessione, dunque, che vanno assolutamente colti, perché a nostro avviso, la legalità va sì pretesa, ma anche costruita tutti assieme, ciascuno con il proprio contributo, piccolo o grande che sia.