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Ciccillo non perdere la testa!, Altamura dice NO all'estrazione del fossile

11 06ciccillouomodialtamuraNOCI (Bari) - Il suo corpo fu scoperto il 3 ottobre del 1993, visse nel nostro territorio, e più precisamente nelle zone appulo - lucane circa 150.000 anni fa, ma solo di recente, dopo numerosi studi e numerose ricerche, grazie ad un nocese, gli era stata dedicata una pubblicazione completa. Ve lo ricordate “Ciccillo”, diminutivo di Francesco, l’ Uomo di Altamura ritrovato nella grotta di Lamalunga? Su di lui, uomo di Neanderthal ormai famoso in tutto il mondo, ne avevamo scritto per la prima volta lo scorso ottobre 2016 parlando del libro, scritto dal geologo Giovanni Laera, intitolato “L’uomo di Altamura. Epilogo tragico di un lontano antenato” edito da Lab edizioni (leggi qui); ma oggi a quanto pare siamo costretti a risollevare la sua memoria a causa di alcune recenti cronache.

Che il ritrovamento di Ciccillo avesse indotto l’uomo moderno ad avere più risposte a livello scientifico ed archeologico sulle sue abitudini e sulla sua storia è indubbio, ma che il suo scheletro dovesse essere rimosso, beh questo non era stato del tutto previsto da molti. Abbiamo scoperto infatti che lo scorso 1° novembre 2017, cittadini e associazioni del territorio murgiano, riuniti nel Coordinamento “Salviamo l’Uomo di Altamura”, hanno organizzato una passeggiata, intitolata "Ciccillo non perdere la testa! Stiamo arrivando", dal centro di Altamura alla grotta di Lamalunga, la cavità in cui, nel 1993, è stato scoperto (e attualmente si trova) il fossile conosciuto come l’Uomo di Altamura, probabilmente il più completo scheletro di Neanderthal sinora rinvenuto. La manifestazione aveva l'obiettivo di chiedere chiarezza su contenuto e obiettivi del progetto di ricerca di interesse nazionale denominato “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”.

Una richiesta di chiarimenti insomma, su di progetto che stanno sviluppando alcuni ricercatori di biologia e antropologia delle Università di Roma, Pisa e Firenze, finalizzato a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione dello scheletro fossile. Si è trattato di un primo e importante momento di confronto tra realtà civiche e associative del territorio e istituzioni (Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, Regione Puglia, Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Comune di Altamura).

V’è da precisare comunque che, già in occasione delle audizioni svolte nella VI Commissione del Consiglio regionale, i responsabili delle articolazioni territoriali del Ministero avevano escluso, al momento, la possibilità di estrazione dello scheletro, precisando che la ricerca in corso si propone, tra l’altro, di verificarne la fattibilità e definirne le procedure. L’ipotesi, si è dunque detto, sarebbe non attuale e, allo stato, solo oggetto di studio. La manifestazione organizzata dal Coordinamento “Salviamo l’Uomo di Altamura” dello scorso 1° novembre però si proponeva di rimarcare tutti i soggetti coinvolti, compresi i responsabili del progetto, per un’esigenza di condivisione comune delle informazioni su ricerca e attività conseguenti, di coinvolgimento della comunità scientifica e delle realtà territoriali nei processi decisionali che interessano il reperto.

Il fronte largo della rappresentanza istituzionale e civica del territorio ha espresso sinora, in maniera univoca e chiara, la propria contrarietà all'ipotesi di estrazione del fossile trattandosi di un intervento irreversibile e di cui, a dire il vero, non si è compresa pienamente la necessità alla luce della tecnologia a disposizione che consente di operare in grotta. Si è altresì sottolineata la necessità di preservare l’unicità del contesto geologico e ambientale del sito in cui il reperto è stato rinvenuto. Certo, l'estrazione, ammesso che non comprometta l’integrità del fossile, consentirebbe di rimuovere le concrezioni e di esporlo più agevolmente in qualche teca. Questa prospettiva, però, risponde più ad esigenze divulgative, di promozione e valorizzazione, non certo ad esigenze di tutela. La contrarietà all'estrazione è stata comunque accompagnata da un forte sostegno alla scienza affinché svolga le sue ricerche, sviluppi e diffonda conoscenza. Per il momento Ciccillo è salvo e riposa nella sua grotta. Noi non dimenticheremo di seguire, comunque, tutti gli sviluppi della vicenda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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