Riceviamo e pubblichiamo - Don Anselmo ci ha lasciati, per chi l’ha conosciuto e frequentato sembrava che dovesse essere sempre lì, pronto e solerte per le sue attività di monaco prima e di musicofilo e musicista poi. Chi scrive presume di conoscerlo bene per aver raccontato qualcosa di Lui sul Nocigazzettino, a cavallo fra il 2003 e il 2004, attingendo notizie dal suo vastissimo archivio.
Era nato a Santeramo in Colle il 23 febbraio 1929 e subito manifestò la sua indole religiosa tanto che a soli 11 anni fu accolto fra i monaci benedettini della Madonna della Scala. Solerte nella preghiera e nel lavoro, non disdegnò mai di fare i lavori più umili, molte pietre dell’abbazia sono state trasportate dalle sue spalle per i maestri costruttori. Poi il 15 agosto 1946 emise la professione solenne. Vien da pensare che mentre altri diciassettenni si godevano il ferragosto, egli giurava di dedicarsi solamente a Dio. Fu ordinato sacerdote il 19 luglio 1953.
Ma la musica come entra? Quelli con qualche anno in più come me ricorderanno che le Messe solenni dei Santi Patroni (San Rocco e Madonna della Croce) erano celebrate dall’Arciprete con il capitolo collegiale, ma cantate dai Monaci della Scala. Nell’angusto sito dov’era l’organo vedevi i cantori ma non si notava l’organista eppure la musica era solenne. Spettava a don Anselmo, di fisico minuto, pigiare sui tasti e sulla pedaliera. Le prime lezioni le ebbe dai confratelli più esperti, ma lo studio fu suo. Nel 1958 la Chiesa dell’Abbazia fu dotata del grande organo Tamburini e per avere un operatore ancor più preparato, don Anselmo, nel 1962, fu iscritto al Conservatorio di Bari, diretto da Nino Rota. Si instaurò subito un feeling fra maestro e allievo, che poi non era proprio digiuno di musica. Già ne 1963 Rota delegò il novello allievo ad organizzare presso l’Abbazia un corso di perfezionamento di canto gregoriano. I corsi si sono susseguiti per tanti anni sempre voluti dal direttore del conservatorio, animati da padre Susca e con l’intervento di insigni esperti di musica gregoriana.
Padre Anselmo si diploma nel 1969 e già nel 1971 viene chiamato come docente nel conservatorio, cioè il grande Nino Rota aveva ottimo orecchio ma anche naso per scegliere i suoi collaboratori.
Però a mio parere occorre citare opere poco eclatanti, ma molto utili e sono le varie pubblicazioni di didattica musicale, a don Anselmo piaceva la musica buona e che fosse per tutti. Va qui ricordata l’istituzione a Noci della Scuola di avviamento musicale per bambini. Vi parteciparono tanti fanciulli ora valenti e affermati professionisti che cominciarono ad apprezzare la musica e ad imparare a suonare uno strumento.
Un'altra opera fu l’istituzione del coro “Novum Gaudium” che voleva esprime una nuova gioia a Dio attraverso il canto soprattutto religioso. Tutti i partecipanti studiarono in particolare la musica gregoriana con tutte le varie interpretazioni. Per un ignorante, qual son io, pareva strano vedere il rigo musicale fatto da quattro linee e tre spazi, le note spesso quadrate e non tonde e soprattutto vedere dei piccoli segni rossi sopra alcune note, sembrava che i libri fossero infestati da piccolissimi insetti rossi immobili sulle pagine. Comunque sia essi erano così bravi da partecipare ad un rinomato concorso internazionale ad Arezzo e conseguire un premio.
Però padre Anselmo era sempre un monaco che partecipava alla vita monastica osservando la regola del Santo Padre Benedetto ed adempiendo agli incarichi che gli venivano affidati; così fu giardiniere, infermiere ed amato confratello di tutti.
Quello che mi piace, infine, citare è il suo senso ecumenico con l’incontro fra il coro “Novum Gaudium” e il gruppo musicale islamico guidato dal pakistano Nusrat Fateh Alì Khan che interpretavano la musica della tradizione Qawwali dei Sufiti. Assieme si esibirono a Bari, a Modena e alla RAI a Roma, questo incontro ebbe una vasta eco.
Ho voluto riassumere solo alcune briciole della vita vissuta da don Anselmo, prego Dio che lo accolga alla Sua presenza, ma approfittando dell’amicizia vorrei vedere cosa il nostro monaco, con o senza scapolare, combinerà in paradiso.
Grazie al sig. Pietro Gigante per il ricordo puntuale e partecipe sulla vita di Padre Anselmo Susca.
La Redazione di NOCI24.it