NUTRIBITES - Quante volte vi è capitato di parlare con amici e parenti che dopo essere dimagriti hanno riacquistato peso? Come possiamo evitare che questo avvenga? Nel mondo della nutrizione sempre più spesso si assiste al fenomeno della ricerca della verità assoluta, possibilmente semplificata, che ammetta qualche eccezione.
Nonostante sia rassicurante poter prevenire alcune patologie attraverso la correzione di stili di vita sbagliati, le difficoltà maggiori si riscontrano nel mantenere e conservare le buone abitudini apprese durante il percorso di dietoterapia. Alcuni studiosi hanno ipotizzato una malattia nella malattia, si tratta cioè del disagio legato alla grande difficoltà nel perdere peso e alla grande facilità nel riacquistarlo. Questo ci suggerisce che una dieta non può prescindere dall’educazione alimentare e cioè l’acquisizione di comportamenti corretti.
Il paziente, da parte sua non è attore passivo nel percorso di dimagrimento anzi è fondamentale che egli sia un “decisore competente” e quindi scelga di intraprendere un cambiamento radicale nella propria vita perché se ci approcciamo a una terapia dietetica con l’idea che una volta raggiunto il peso tanto desiderato, si debba tornare alle nostre care vecchie abitudini, allora è il caso di rivedere la scelta. L’educazione e la buona comunicazione sono in grado di migliorare la cura delle malattie però sempre più spesso siamo interessati al risultato finale senza comprendere che il percorso richiede tempo, energie e perché no, anche sacrifici.
Chi pensa che sacrificio sia una parola negativa deve abbandonare quanto prima questa convinzione perché non possiamo semplicemente accontentarci del “tutto e subito”. La diffusione endemica dell’obesità, della sindrome metabolica e del diabete è in relazione all’attuale eccessiva disponibilità di cibo, all’atteggiamento dannoso di iper-alimentarsi e a tal proposito già nel 1994 l’American Dietetic Association ha proposto delle strategie per raggiungere un buon controllo della glicemia soprattutto per i pazienti affetti da diabete di tipo 2:
- Ridurre l’assunzione calorica al fine di avere una moderata perdita di peso;
- Modificare l’assunzione di grassi;
- Migliorare la scelta dei cibi;
- Frazionare adeguatamente i pasti;
- Aumentare l’attività fisica;
- Migliorare l’autocontrollo ed eventualmente ricorrere a al trattamento farmacologico.
Sembra di conoscere da sempre questi punti eppure risultano ancora per molti di difficile attuazione soprattutto per quanto riguarda la scelta dei cibi e fare in modo da assumerli nelle giuste combinazioni.
Dott.ssa Vincenza Intini