NOCI (Bari) - Domenico Nisi è il candidato sindaco del Partito Democratico alle primarie comunali del centro sinistra che si svolgeranno il 16 dicembre. Ha conversato rispondendo alle domande dei giornalisti locali durante la conferenza stampa di domenica 25 novembre.
Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a candidarsi le le sue linee programmatiche?
"Io parto dal presupposto che dopo tanto tempo in cui in questo paese un po’ tutti si esercitano nella capacità di analisi ma d scarsa capacità della proposta. La possibilità di avere un confronto aperto, attraverso uno strumento democratico come le primarie, possa finalmente rendere giustizia di quella che è la necessità di sintesi da parte di tutti coloro che si riconoscono per adesione, per storica appartenenza o per vicinanza dell’ultimo periodo, nell’area grande del centrosinistra. Credo che questa modalità, indipendentemente da colui che andrà a rappresentare il centrosinistra, sia non solo un elemento di novità, ma veramente un segnale di fortissima apertura a tutta la popolazione, perché finalmente dalla fase di critica si possa passare attivamente ad essere protagonisti di questo processo democratico, per individuare poi fisicamente chi dovrà rappresentare un’idea governo per la nostra città. Per quanto riguarda il programma, io rispetto agli altri due amici e competitori, sono un tantino avvantaggiato perchè sono andato in questi giorni a rivedere quelle che erano le proposte fatte nel 2008 e, oggettivamente, penso che siano non solo attuali ma molto di più. Infatti credo che alla fine quello che sarà il confronto programmatico andrà semplicemente ad evidenziare alcune limature rispetto a quelli che sono i grandi temi. Penso sia arrivato il momento di mettere al centro non le questioni, ma al centro di qualsiasi azione amministrativa la persona. La persona poi declinata per quanto riguarda il suo vivere in questo paese, declinata in base a quelli che possono essere i suoi bisogni per quanto riguarda la socialità, le attività di ricreazione, la persona nella sua anche articolazione rispetto all’età, i ragazzi con le loro problematiche, le famiglie con problematiche oggi aggravate da questa crisi, gli anziani di cui da molto tempo qui, oggettivamente, si parla molto e si fa poco. Il mio programma, o la mia proposta di programma che poi sono certo andremo ad esplicitare meglio in quelli che saranno gli incontri che si terranno da qui al 16 dicembre, punterà essenzialmente a valorizzare al massimo le risorse e i bisogni della persona. Ecco, la sintesi del mio programma è la persona".
Perché il Pd ha ritardato? Perché c’è stato questo ritardo sulla proposta della candidatura che è sembrata rientrare e poi rilanciarsi?
"Il problema è che le cose possono essere interpretate, però per essere interpretate devono essere correttamente conosciute. Torno a ripetere per l’ennesima volta, e spero veramente che sia l’ultima, che il mio partito già tre mesi fa ha chiesto la mia disponibilità a candidarmi. Ed io ho dato disponibilità a candidarmi, previo – diciamo così – una valutazione che il partito in assoluta libertà poteva fare. Cosa che ha fatto arrivando circa un mese fa a fare sintesi e dicendo “benissimo, dopo tutte le analisi e gli approfondimenti fatti ribadiamo la nostra richiesta che tu possa rappresentare il Pd in queste primarie”. Io ho sciolto la riserva e da quel momento ufficialmente ero candidato. Non ho presentato la mia candidatura, nel senso che non l’ho ufficializzata agli organi di stampa, perché il partito, unitamente alle altre forze presenti al tavolo, era impegnato non in una fase di sintesi sulla persona, ma in una fase di sintesi politica, sotto il profilo programmatico e quant’altro. Voglio ribadire che a un certo punto queste primarie rischiavano di essere l’occasione in cui tantissimi candidati avrebbero potuto partecipare. È un chiaro esercizio di democrazia, però nel momento in cui c’è la necessità di fare sintesi e dare segnali chiari e non di confusione alla gente tutti siamo stati impegnati in questo discorso. Poi noi abbiamo ribadito fortemente questa necessità fino all’ultimo, non sto dicendo nessuna cosa che non fosse nota a nessuno dei partecipanti di questa vicenda. La lettura di questo discorso è stata che il Pd era nella confusione. Pazienza. Così bisognerebbe un attimino prima fare sintesi – perché la sintesi giornalistica, mi rendo conto,ha necessità dei suoi tempi – ma la sintesi politica ha necessità di tempi un tantino diversi. Ma in maniera assoluta chiara ed inequivocabile, senza timore di essere smentito da nessuno, noi eravamo non pronti, ma prontissimi da un sacco di tempo. Essendo il partito non di maggioranza all’interno della coalizione, ma il partito che per ovvie ragioni, sia per quanto riguarda la rappresentanza consiliare sia per il ruolo che a livello nazionale riveste, noi avevamo la responsabilità di parlare con tutti fino in fondo e tentare di capire le ragioni di tutti. Anche di coloro che si sono avvicinati a questo tipo d’esperienza, che vogliono attivamente partecipare a questo tipo di esperienza. Vi assicuro, nessunissima confusione, solo la necessità di compiere fino in fondo correttamente il proprio ruolo. Per cui la richiesta di posticipare le candidature, non è una richiesta perché noi non eravamo pronti. Noi avevamo firme e documenti raccolti già da 15 giorni prima. Poi è passata così, pazienza".
Ma quindi cos’è successo? Perché c’è stato il rinvio? Di cosa avete discusso? Di quali persone?
"Abbiamo semplicemente discusso sulla necessità che da più parti, anche da persone fuori dalla coalizione, ci veniva richiesto di fare sintesi. Magari di dare la possibilità anche ad altri gruppi organizzati ed altre persone di avvicinarsi. Questo abbiamo fatto".
Mezzapesa?
"No, Mezzapesa non era in discussione. Perché Mezzapesa è una persona, come noi abbiamo detto più volte, che unitamente a tanti altri ha dichiarato in Consiglio Comunale una presa di distanza, ha avuto nel regolamento delle primarie la possibilità di potersi candidare, alla fine ha ritenuto di non doverlo fare. Mezzapesa in questa vicenda viene visto coem se fosse il problema. Ma oggettivamente, almeno per quanto ci riguarda, non era il problema. Era una persona che, al pari di tante altre, aveva deciso di aderire ad un progetto di centrosinistra. Ne più ne meno. Poi questa cosa, mi rendo conto, può piacere e non può piacere, può essere condivisa o non condivisa, così come può essere condivisa o non condivisa la mia candidatura o quella di Claudio o quella di Nicola. Ma una volta che ci si affida allo strumento, è lo strumento che per forza di cose è obbligato a fare sintesi".
Rifondazione aveva preso le distanze da Mezzapesa. Non è un segno di debolezza essere partiti in questo modo?
"Legittimamente Rifondazione ha espresso quelle che erano le proprie perplessità, i dubbi. Noi dobbiamo semplicemente decidere se di fronte a queste cose dobbiamo essere falsamente ipocriti o sinceramente democratici. Nel momento in cui una forza politica, come Rifondazione Comunista, aderisce ad un progetto, ad un documento, e poi ritiene che per avere fino in fondo chiara la propria adesione, deve esprimere le proprie perplessità e le esprime, che problema c’è? Dobbiamo decidere se veramente vogliamo essere aperti al confronto a 360° o se dobbiamo falsamente continuare sempre a dire che va tutto ebne, salvo poi fare esplodere i problemi dopo. I problemi invece sono stati affrontati prima. Adesso credo che con estrema tranquillità, ma anche con estrema responsabilità del ruolo che compete a noi come sintesi delle proprie forze politiche, ma poi ad uno di noi tre come espressione finale della rappresentanza del centrosinistra, abbiamo chiarissimo che l’obiettivo non è per ognuno di noi vincere le primarie, questo è un obiettivo di medio termine, questo è il presupposto per prendere il governo di questo paese. E per prendere il governo di questo paese noi abbiamo fatto tutte le discussioni necessarie perché avevamo la responsabilità, ognuno di noi, di rendere coesa una base di coalizione il più possibile forte, perché tutti insieme si possa veramente vincere questa battaglia. Che è quello che voglio".
Voi chiedete chiarezza alla stampa. Ma il problema qual è stato? Non si è capito.
"Rispetto alla stampa, voi siete liberi da sempre fare le vostre analisi, criticare.."
No ma la domanda è: il problema, il motivo del rinvio, qual era se non era Mezzapesa?
"Devo ripetermi. O non l’hai capito? Non c’era un problema. Un problema non c’era".
E allora perché rinviare due volte la presentazione delle candidature? Come si può non leggere una criticità? Se non c’è un problema, non c’è motivo di rinviare.
"Legittimamente tu puoi leggere le cose come meglio ritieni dal tuo angolo, io torno a ripeterti che noi avevamo la necessità di fare degli approfondimenti anche su dinamiche all’interno delle primarie che si stavano sviluppando, che avevano necessità di essere chiarite".
Sarebbe interessante conoscerle
"Non ti preoccupare, poi vieni, fammi un’intervista e ti dirò tutto quello che vuoi. Se tu ritieni. Ma è una battuta naturalmente. Sto dicendo che c’erano dinamiche nella costruzione della coalizione che dovevano essere chiarite. Punto. Più chiaro di così".
Non questioni legate alla candidatura?
"Ve lo devo dire da capo? Se voi pensate che io per il mio partito sia un problema, penso proprio di non esserlo. Se poi qualcuno vuol dire questa cosa non c’è problema".
Voci erano state sollevate sulla proposizione della candidatura di Domenico Nisi come elemento per alcuni di forza, per altri di debolezza. Il punto di vista critico è questo.
"Il punto di vista è: se il coordinamento del mio partito mi chiede la disponiblità ed io da subito dico: “sono disponibile, previo vostro approfondimento”. Fanno tutti gli approfondimenti del caso. In riunione di, a cui io correttamente non ho partecipato come non ho partecipato a nessuna delle discussioni sul tavolo politico tranne ad una sola chiedendo ai miei colleghi candidati sindaci di non partecipare alle discussioni del tavolo politico perché noi eravamo parte in causa, coordinamento del mio partito ribadisce unanimente la volontà di avere me come rappresentanza, non capisco perché io sono un problema. Se io avessi chiesto di candidarmi per forza, io sarei stato un vero problema per il partito, ma per tutto il centrosinistra. Se poi la mia esperienza, la mia competenza, è un problema per il centrosinistra, io proprio non ho problemi nel modo più assoluto a riconoscere che sono diventato un problema, quando tutti me lo diranno chiaramente, al contrario di quanto mi hanno detto fino ad oggi che nessuno sembra, nell’ambito del centrosinistra, voglia rinunciare al mio apporto di esperienza. Allora finchè qualcuno non mi viene dire: guarda che possiamo rinunciare, anzi ti preghiamo vivamente di fare un passo indietro io lo faccio, continuando a fare politica, siccome la politica da sempre la faccio non come proposizione della mia persona, am come proposizione di progetti. Poi se vogliamo portare avanti questa cosa, voi continuerete a farmi questa domanda ed io vi darò sempre questa risposta. Perché la mia risposta corrisponde alla realtà di come sono andate le cose. Non alle fantasie o alle interpretazioni. Poi nell’ambito del centrosinistra ci può stare pure qualcuno a cui non dev0essere simpatico. Non ho la pretesa di stare simpatico a tutti".