NOCI (Bari) - Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Sindaco di Noci Domenico Nisi sulle prossime elezioni europee del 26 maggio.
Il 26 maggio ci aspetta una sfida importante: quella per un Europa più sicura e più giusta.
Viviamo tempi caratterizzati dall’isolamento ideologico, dal personalismo politico e dal divisionismo sociale. Sono questi tratti che segnano una forte ondata regressiva sotto il profilo dei valori che caratterizzano da sempre il nostro essere europei, prima ancora che cittadini di un’Europa politica in costruzione.
Vorrei che noi tutti riflettessimo su questo: il cammino verso la costruzione dell’Europa unita non è il frutto posticcio delle decisioni di qualche banchiere, ma la strada tracciata da uomini e donne illuminati, per arginare le conflittualità tra gli Stati, per impedire – attraverso la diplomazia e la democrazia – che i popoli europei potessero di nuovo ricadere nell’atrocità di un conflitto armato fra loro; in parole semplici: per garantire la pace in un clima di equità e giustizia.
Gli intenti, per quanto nobili, erano e restano pur sempre ambiziosi. Ma non per questo impossibili. Quale funzione avrebbe la politica se non si ponesse obiettivi alti o se smettesse di tracciare strade che portano molto più lontano di quanto lo sguardo di singoli uomini possa guardare? E come possiamo noi oggi pensare di tradire quel grandioso progetto in nome di una rinvigorita conflittualità, di cui la storia ci insegna quali potrebbero essere gli esiti?
Per raggiungere obiettivi ambiziosi, non esistono vie brevi o facili soluzioni.
La democrazia richiede il coraggio delle idee, che devono essere sottoposte al giudizio dei cittadini; richiede il coraggio delle scelte, che devono ricadere sui programmi e sulle competenze; richiede il coraggio del porsi a servizio, che deve investire gli eletti di una grande responsabilità.
La democrazia non si vince in un concorso a premi, in cui ad essere in palio è un leader e a pagare il gratta e vinci sono le persone oppresse da una crisi - economica e sociale - che semina rassegnazione e invoca azioni forti.
La democrazia mediata dei populisti attraverso il dibattito sulle piattaforme social è l’esatto opposto della tanto decantata democrazia diretta, nella quale ognuno di noi è investito di responsabilità.
Se vogliamo accogliere la sfida del progresso, serve uno scatto di reni, una grande forza aggregante. Abbiamo bisogno di ricostruire un clima di fiducia. Gli ingredienti ci sono tutti: prima fra tutti, l’intelligenza e la freschezza dei giovani, che deve essere protagonista ora di ogni slancio di natura politica. Mentre adulti fuori dal tempo alzano muri, i giovani viaggiano, si incontrano, creano sinergie, si rimboccano le maniche, parlano in più lingue, attraversano le barriere fisiche con la loro straordinaria apertura mentale. Hanno imparato ad imbracciare l’arma della loro intelligenza per difendersi dall’unico nemico reale: l’immobilismo senza progetto e quindi senza prospettiva.
Allora proviamo ad alzare l’asticella della provocazione, portandola su un piano più alto dei banali conflitti ad personam. Il nostro Paese è stato sempre faro di cultura, il suo grembo ha partorito menti geniali, ieri come oggi. Come possiamo rassegnarci ora all’idea di essere guidati e rappresentati da chi scambia il Governo con una televendita? È questo il nuovo volto che l’Italia vuole dare a sé stessa e di sé stessa?
Qualche giorno fa, in occasione dell’anniversario della morte di Aldo Moro, ho voluto ricordare uno dei suoi straordinari mòniti: “Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà”. E, a seguire: “se dovessimo sbagliare, meglio sbagliare insieme; se dovessimo riuscire, ah certo, sarebbe estremamente bello riuscire insieme, ma essere sempre insieme”. La scelta non è stata casuale. Ho trovato in queste sue parole un’estrema attualità. Contro la politica disgregante, che pone gli uomini contro gli altri uomini, non possiamo che unirci all’esempio concreto di Papa Francesco, che proprio in questi giorni ci richiama alla fratellanza, nel nome di un nuovo umanesimo, fondato sui valori cristiani ma anche laici, dell’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo, della democrazia, della sussidiarietà, della partecipazione alla vita politica e civile, della valorizzazione delle differenze.
Domenico Nisi
Sindaco di Noci