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SS. Nome di Gesù: l’omaggio a Santa Bernardette tra testimonianze di guarigione e di impegno

2 5 OmaggioaSantaBernardette 7NOCI (Bari) - In pieno svolgimento delle rituali quindici visite a Maria Ss.ma di Lourdes, lo scorso 3 febbraio, Don Maurizio Caldararo ha fortemente voluto omaggiare Bernardette Soubirous, straordinaria testimone di fede e di impegno. A 175 anni dalla nascita di una delle Sante più amate e venerate, l’evento promosso dalla parrocchia SS. Nome di Gesù ed intitolato "Una semplice donna tra le tante: perchè io?" è stato incentrato proprio sul valore della testimonianza. Si è parlato a tal proposito di guarigioni spirituali e fisiche, ma la testimonianza più bella ha sicuramente riguardato l’impegno concreto. Un impegno che per l’U.N.I.T.A.L.S.I rappresenta una vera e propria missione: migliorare spiritualmente e praticamente la vita degli ammalati e dei diversamente abili. Un “vangelo della quotidianità” che è il più bello, perché scritto assieme a chi, pur nella sofferenza, riesce ad insegnare tanto.

2 5 OmaggioaSantaBernardette 8La prima ad intervenire è stata Antonia Raco e la sua è stata una testimonianza di quelle che mettono i brividi e scuotono nel profondo anche gli animi più freddi e distaccati. “La mia vita trascorreva nella più scontata normalità, fino ad un atroce verdetto dei medici: sclerosi laterale primaria, una rara  variante della SLA". La Raco ha pronunciato queste parole quasi sottovoce, come se il groppo di un dolore passato le stringesse la gola. “Lì per lì non riesci a crederci, o meglio non vuoi. C’è un inevitabile rifiuto psicologico, ma io sono sempre stata una donna di grande fede e ad un certo punto ho detto: “Signore io accetto”. Mio marito invece, non la prese altrettanto bene: quello a cui sarei dovuta andare incontro spaventava più lui che me".

 

2 5 OmaggioaSantaBernardette 6"E io gli dicevo: “Guarda che io sono qui, sono ancora viva! Parlami pure di quello che provi, facciamoci forza a vicenda ma non chiudiamoci nel silenzio e nello sconforto! Poi venni a conoscenza di un pellegrinaggio che l’U.N.I.T.A.L.S.I organizzava a Lourdes e subito espressi chiaro desiderio di andarci. Mio marito mi guardò perplesso e forse non a torto. Nel frattempo infatti, le mie condizioni erano notevolmente peggiorate: ero ormai costretta all’utilizzo di una carrozzina e lui sapeva che per me sarebbe stato decisamente arduo affrontare un viaggio tanto lungo. Gli dissi che ci sarebbero state volontarie che mi avrebbero aiutata e mi sarei affidata a loro: così si convinse. Partii con il treno bianco riservato alle persone malate e maggiormente sofferenti. L’odore che di solito regnava negli ospedali e tutta quella sofferenza che mi circondava, mi fecero quasi venir voglia di rinunciare all’ultimo momento. Tuttavia, prevalse la parte di me che mi imponeva di andare fino in fondo e di realizzare il mio desiderio di andare dalla Madonnina. Ricordo che la sera stessa, dopo la cena presso l’albergo attrezzato ad accogliere noi e le volontarie, chiesi ad una delle ragazze se potesse accompagnarmi alla grotta. “Ma come? Stasera stessa? Avrai tempo nei prossimi giorni e tra l’altro è meglio alleggerirsi prima della stanchezza del viaggio”- mi rispose. Io però mi impuntai quasi come fanno i bimbi capricciosi: “Ti prego: desidero tanto andarci!”. Lei ed un’altra ragazza, persone a dir poco meravigliose, mi accontentarono. Arrivati quasi nei pressi del Santuario, mi indicarono la grotta: “Ecco, lì c’è la Madonnina”.

"Io inizialmente non riuscivo per niente a vederla. Improvvisamente però, vidi un’intensa luce diramarsi dal basso verso l’alto, e in questa luce scorsi l’immagina di Maria raccolta in preghiera, che mi invitava ad avanzare verso quel luogo Santo. Non dissi una parola alle volontarie, lasciai loro credere di essere riuscita a scorgere semplicemente la statua di Maria che mi avevano additato. Nei pressi della grotta di Massabielle, inginocchiata ai piedi di Maria e di Bernardette, chiesi per me non la guarigione, ma unicamente la forza spirituale necessaria a sopportare quello a cui sarei andata incontro. Le mie preghiere furono per una ragazzina del mio paese, gravemente ammalata. Lei era così giovane! “- Gli occhi di Antonia, che tutti conoscono come Antonietta, a questo punto si sono riempiti di lacrime  e solo dopo qualche istante, la donna ha proseguito il suo racconto: “E stato nelle piscine che avvenne ciò che mi avrebbe cambiato la vita!”. Riuscii ad immergermi grazie all’aiuto solerte delle instancabili volontarie. Mentre il telo che garantisce la privacy era stato già apposto attorno alla vasca e io mi accingevo ad entrare, udii una voce femminile dolcissima, che per tre volte mi ripetè: “Non avere paura, non avere paura, non avere paura!”. Capii subito che stava accadendo qualcosa di estremamente più grande di me e abbandonai così ogni timore. Mentre il mio animo stava predisponendosi al meglio, un dolore lancinante trafisse però le mie gambe: era come se me le stessero amputando senza anestesia”. Alla domanda circa la conclusione della sua personale vicenda, Antonietta risponde con un grande sorriso: “La malattia ha abbandonato il mio corpo e ora sono diventata anch’io volontaria U.N.I.T.A.L.S.I! Faccio per gli altri quello che le volontarie a loro tempo hanno fatto per me e questo mi riempie di gioia. Aiuto la gente a considerare la malattia non come un immeritato castigo, ma come un dono da cui è sempre possibile imparare, trarre del buono. Quando ci rechiamo a Lourdes cerco di rendere la loro esperienza più agevole e per questo migliore, anche al livello spirituale”.

Che Antonietta ora goda di piena salute, stando perfettamente in piedi sulle sue gambe e senza difficoltà nei movimenti è sotto gli occhi di tutti. Perché sia toccato proprio a lei, perché la Madonna l’abbia scelta, ella continua a chiederselo ancora oggi, ad anni di distanza: “Io non so perché la Madonna abbia rivolto a me il suo sguardo, non ho mai avuto la presunzione di meritarlo. Probabilmente voleva che dedicassi la mia vita ad aiutare gli altri, con la testimonianza ma anche dal lato pratico. Io prego ogni giorno la Vergine affinchè faccia per il maggior numero possibile di persone sofferenti quello che ha avuto la bontà di fare per me”.

Alla testimonianza di Antonietta è seguito un video che illustrava dettagliatamente la missione di U.N.I.T.A.L.S.I : non solo pellegrinaggi a Lourdes ma presenza quotidiana e costante nella vita di chi soffre per migliorarla sotto l’aspetto pratico e soprattutto sotto quello umano. Discorso ripreso anche dalle volontarie Angela Todisco e Tonia Savino, che con gli occhi pieni di gioia, hanno spiegato quanto arricchisca spendere parte del proprio tempo e della propria vita per sollevare qualcuno dalla sua sofferenza, e quanto quello che si riceve superi nettamente quello che si da. Per quanto riguarda i viaggi a Lourdes, entrambe affermano con convinzione: “Nessuno torna a mani vuote”.

2 5 OmaggioaSantaBernardette 1Significativo l’intervento di Monsignor Felice Di Molfetta, incaricato regionale U.N.I.T.A.L.S.I, che accompagna spessissimo gli ammalati durante i viaggi che hanno come meta Lourdes.
Che nessuno ci confonda con dei semplici “tour operator”, perché siamo molto di più!"- ha precisato il Vescovo. “Siamo una realtà estesa a tutti gli aspetti della vita, che porta all’interno delle famiglie l’amore dato a chi soffre e soprattutto quello ricevuto. Spesso infatti, chi soffre sa amare di più. U.N.I.T.A.L.S.I è una realtà in cui si coltivano un amore ed una solidarietà contagianti. E’ un po’ quello che è avvenuto agli albori del Cristianesimo: ognuno contagiava l’altro con il suo amore e con la sua fede. Chi vedeva il bene praticato concretamente, ne rimaneva affascinato ed iniziava a coltivarlo in maniera altrettanto appassionata. Questo è ciò che vogliamo continui ad avvenire anche oggi e soprattutto in futuro”.
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Se è vero che chi canta prega due volte, non poteva mancare un intenso momento musicale, con un apparato scenografico molto suggestivo, seppur preparato in pochi giorni. E’ stato proiettato il video di uno spezzone tratto dal musical “Bernardette di Lourdes”, in cui è presente il brano “Perché io?”,  che la bravissima Stefania Gabriele ha poi cantato “live”. A seguire, l’esecuzione di “Dell’Aurora”, brano in cui a quella della Gabriele si è affiancata la splendida voce di Roberta Liuzzi.

 

 

2 5 OmaggioaSantaBernardette 2Don Maurizio Caldararo, nei suoi ringraziamenti finali, ha spiegato com’è nata l’idea di preparare questo spettacolo musicale: “Venendo a conoscenza del musical che sarà presentato a Lourdes il prossimo luglio, ho trovato in rete il bellissimo brano “Pechè io?”, che incarna splendidamente la figura di Santa Bernardette: doveva essere necessariamente ascoltato dai fedeli! Ho sempre creduto moltissimo nel potere della musica, che rende più gioiosa e partecipe la preghiera!” Cosa aggiungere? Bernardette ci invita ancora oggi ad una fede del “fare”, piuttosto che limitata al dire.

 

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