NOCI - Oggi 27 gennaio 2009 si commemora la Shoah. Per non dimenticare il drammatico olocausto riportiamo integralmente un articolo del prof. Vito Antonio Leuzzi, già direttore dell'IPSAIC (Istituto per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea) tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno, nel quale si fa rifemento, alla fine, anche a fatti accaduti nella nostra cittadina. La redazione.
Il «Giorno della Memoria» Nel '43 gli ebrei in esilio in Puglia.
Il diffuso desiderio di rendere testimonianza del destino degli ebrei scampati allo sterminio nazista è uno degli aspetti più interessanti connessi alle diverse iniziative del «Giorno della memoria». Diari, lettere, testimonianze irrompono nella produzione editoriale e sulle pagine culturali di quotidiani, di settimanali e di trasmissioni televisive, alimentando un vero e proprio laboratorio della memoria che conferisce alla Shoah qualcosa di incomparabile ed unico. In Puglia dopo l’8 settembre 1943, si determinò una situazione per certi versi unica nel contesto di una Europa ancora in guerra. Iniziarono infatti ad affluire dagli ex campi di internamento fascisti e dall’altra sponda dell’Adriatico, ebrei jugoslavi e di diverse altre nazionalità (soprattutto famiglie in fuga dal terrore nazista che dilagava nella penisola balcanica). Nei campi profughi allestiti in provincia di Bari e nel Salento, si ricostituirono comunità ebraiche, alimentate - soprattutto dopo la fine della guerra - dall’arrivo di migliaia di sopravvissuti dai «campi di morte» hitleriani. Gli ebrei si organizzarono per favorire l’emigrazione verso la Palestina e, al contempo, per dare un contributo attivo alla guerra di liberazione contro il nazifascismo. È importante all’uopo ricordare la straordinaria vicenda di Enzo Sereni, fratello di Emilio (storico ed esponente del Pci), emigrato in Palestina negli anni Venti, che si trasferì a Bari nei primi mesi del 1944 per organizzare la partecipazione degli ebrei alla resistenza italiana. Nell’estate del 1944 si fece paracadutare a Nord di Firenze. Venne, però, catturato dai tedeschi e deportato a Dachau, dove morì il 18 novembre di quell’anno.