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Luca Sportelli, i sogni e le speranze di chi affronta la vita in punta di piedi

03 23 luca sportelliNOCI (Bari) – Nonostante non definisca se stesso un professionista, Luca Sportelli alla sua giovane età ha già raggiunto importanti traguardi. Oggi Luca frequenta la San Francisco Ballet School e ogni giorno deve affrontare non poche difficoltà, regole rigide, ritmi frenetici oltre ai numerosi sacrifici. Eppure tutto questo non rappresenta un peso, perché quando sei a un passo dalla realizzazione del tuo più grande sogno, quando a fine giornata oltre a sentirti stanco riesci anche ad assaporare la tua felicità, allora vuol dire che stai camminando nella direzione giusta. E Luca oggi percorre la strada che lo porta verso il suo sogno.


Così giovane e già con le idee chiare. Qual è stato il momento in cui hai capito che la danza sarebbe stata la tua passione?

Avevo solo 8 anni quando ho visto per la prima volta un gruppo di ragazze che ballavano nell’atrio della mia scuola elementare. Da quel momento capii che la danza avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale nella mia vita, ma ancora non sapevo che sarebbe diventata il mio futuro. È stato quando all’etá di 13 anni mi sono trasferito a Napoli per studiare presso la scuola del Teatro di San Carlo che ho capito che la danza era la mia passione, oltre ad essere qualcosa senza la quale non sarei stato me stesso e non sarei stato felice. Da quel momento in poi la danza è venuta prima di ogni altra cosa nella mia vita.

Durante il tuo percorso hai incontrato delle guide o dei "miti" dai quali hai tratto spunto o ai quali ti sei ispirato?

Durante la mia vita da studente di danza, perché è cosi che mi definisco non essendo ancora diventato un professionista, ho incontrato parecchie guide che mi hanno fatto apprezzare questo mondo e mi hanno insegnato molto per quanto riguarda la tecnica classica; c'è stata Danica Pettinato con la quale ho passato i miei primi anni di studio, lei ha incrementato in me la voglia di danzare e per questo le sarò infinitamente grato; poi ho incontrato altri bravissimi insegnati come il famosissimo e fantastico Desmond Richardson che per me è sempre stato un punto di riferimento; alla fine ho incontrato la Sig. Silvia Humaila con la quale sono entrato nel VERO mondo della danza! Lei è stata la persona più importante nella (se posso chiamarla in questo modo) carriera artistica, le sarò sempre infinitamente grato per i suoi numerosi insegnamenti. Il suo percorso nel mondo della danza è stato grandioso e spero almeno di riuscire a fare la metà di ciò che lei ha fatto nella sua vita. I veri miti che mi hanno accompagnato durante tutta la mia vita e in questo percorso sono stati i miei genitori che da sempre si sacrificano per farmi studiare questa disciplina che al giorno d oggi non è affatto economica, i miei nonni e zio materni e la mia prozia paterna che mi hanno sempre aiutato in egual modo e senza i quali per certo oggi non sarei qui a San Francisco a studiare in una delle scuole di danza più importanti al mondo. Quindi un grazie infinito a Voi.

Attualmente sei in America per poter perseguire i tuoi obiettivi. Chi o cosa ti ha spinto a lasciare il tuo Paese natio e a partire per un nuovo continente?

É sempre stato il mio sogno trasferirmi in America, alcuni dei miei "colleghi" nel mondo della danza già avevano assaporato l’esperienza americana e tutti ne parlavano grandiosamente. Non appena ho avuto la possibilità, lo scorso anno la mia insegnante Silvia Humaila mi ha preparato per l’audizione nella scuola della San Francisco Ballet. Grazie ai miei genitori e il resto dei Miti della mia vita sono riuscito a coprire le spese mancanti che la borsa di studio ricevuta dalla scuola non copriva ed eccomi qui oggi a San Francisco.

Quello della danza è un mondo ricco di ostacoli e sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni…

Il mondo della danza non è per tutti. Questa frase non può essere più vera. Infatti è una delle discipline più difficili, dove lavori molto con il tuo corpo ed esso è sempre messo sottopressione. Abbiamo sempre qualche problema a piedi, gambe, schiena ecc. Ma è così che vanno le cose in questo mondo e io sono soddisfatto quando ho dolori perché ciò vuol dire che sto lavorando e non sto perdendo tempo incrementando le mie capacità. Però come ogni ballerino, come ogni persona, anche io non sono perfetto. Uno dei miei più grandi difetti dal quale stanno nascendo molte difficoltà è la mia altezza. Sono alto quasi 1.70 m e peso all’incirca 57 kg ma per alcuni nel mondo della danza sono troppo piccolo fisicamente: questo mi sta portando molti problemi per quanto riguarda la possibilità di trovare un lavoro nelle compagnie di danza. Ma come molte altre persone dicono: “Ciò che conta è come si balla e non come si è fisicamente” e io credo che troverò la compagnia che non avrà problemi per il mio fisico e apprezzerà direttamente le miei doti. Di soddisfazioni non ne ho una che prevale sulle altre, certo studiare nella San Francisco Ballet School è già di per sé una soddisfazione grandiosa, ma ne ho e ne ho avute tante altre durante la mia vita. I complimenti che riceviamo da parte di chi ci vede danzare e quelli che io stesso ricevo da parte dei miei insegnanti di danza qui a San Francisco: è per questo che un ballerino lavora più di 7 ore al giorno in sala di danza, per ricevere quei pochi minuti di gratificazioni da parte delle altre persone. E per me queste sono le mie più grandi soddisfazioni.

Dal punto di vista di un ballerino ma anche di un giovane ragazzo, cosa pensi che l'America possa offrire più che l'Italia?

L 'America ha tantissimo da offrire non solo nel mondo della danza dove è anni luce in avanti rispetto all'Italia per quanto riguardo l'apprezzamento da parte dell'audience, ma anche in molti altri settori. Questo è dovuto anche alle sue dimensioni di gran lunga maggiori rispetto a quelle dell’Italia, il che comporta un numero elevato di città e di imprese; ma anche la mentalità americana è qualcosa di speciale: in America si è liberi di pensare e di essere, vengono apprezzate molto di più idee innovative distanti da idee conservatrici.

Quella del ballerino è una carriera per certi aspetti limitata nel tempo. In che modo affronti questa circostanza?

Il mondo della danza mi porta via quasi la maggior parte del mio tempo qui a San Francisco. Ma non sono il solo ad affrontare queste difficoltà. Qui, infatti, si vengono a creare amicizie con altri studenti che come me iniziano lezione alle 8 30 e finiscono alle 17 ogni giorno; si sta insieme e non si sente la mancanza di niente. Tuttavia quando ero ancora in Italia è stato tutto molto diverso: frequentavo una scuola normale la mattina, il pomeriggio andavo a danza e la sera studiavo; era una situazione molto diversa che mi ha portato ad avere pochi amici; nonostante di mio non sia incline ad avere numerose amicizie, questo stile di vita mi ha dato l’opportunità di conoscere persone che davvero mi volevano bene e che mi hanno sostenuto e continuano a farlo ancora oggi, nonostante la distanza e il poco tempo che riesco a dedicargli.

 

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