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8° presepe vivente della Don Bosco: foto, impressioni e dati d'affluenza

12-31-presepe-viventeNOCI (Bari) - Il presepe vivente in masseria organizzato dall'Ass. Don Bosco è giunto alla sua ottava edizione: tra gli obiettivi principali dell'evento figurano sempre la valorizzazione delle nostre masserie e la celebrazione della natività in un contesto rurale, in parte ricostruito. Siamo andati per voi a visitare il percorso storico-religioso ambientato in masseria Sorresso, scattando foto e raccogliendo impressioni dell'evento, nonchè dichiarazioni dal presidente Lenoci sull'affluenza nei primi due giorni.

L'atmosfera, innegabilmente, è subito magica, quando dall'entrata della masseria lo sguardo si staglia sulla piccola altura dove si trova la struttura: fiaccole lungo il percorso che porta all'incipit del presepe vivente. Troviamo due allegre signore ad accoglierci per strapparci il biglietto d'entrata, perchè sì ci sono gli sponsor, ma l'associazione sostiene cause ogni anno importanti con questo evento ed ha bisogno di un piccolo sostegno dai visitatori adulti.  Altre due figuranti dell'ass. Don Bosco offrono, un pò più avanti, tè caldo e cioccolate per temprare dal freddo invernale ed ecco che subito una guida accoglie gli accorsi a gruppetti per offrir loro una spiegazione storica e logistica del percorso: è facoltativo, ma noi approfittiamo di queste pillole di sapere e prendiamo appunti.

Il 'primo mattone' di via Sorresso nel '600 l'avrebbe messo Giannotto Sorresso Saraceno quindi spagnolo, se l'appellativo non c'inganna: il primo nucleo di questo squarcio di storia e tradizione è nato quindi per volontà dello straniero, passato per le nostre campagne e sulla nostra terra. Nelle prime stanze costruite in masseria, troviamo un fabbro che lavora i suoi ferri incandescenti, prima di entrare nel cortile dove agnelli, pecore e bovini attraggono gli occhi dei più piccoli.  Osservati qualche minuto gli animali, passiamo al forno dove donne operose preparano e infornano focacce su focacce, 60 ci dicono nella giornata per rimpinguare i tanti visitatori, ma il sorriso non manca e ce ne compiacciamo, nonostante siano aperti dalle 17.30 e sono circa le 21.00! Il forno ha una bocca piccola, ma una gola profonda e sarà stato acceso per tanti anni, visto il soffitto particolarmente annerito. Più avanti, una signora macina il grano con un'antico strumento in pietra, mentre nell'altra stanza il sellaio lavora le sue selle con svariati arnesi.

E' il momento di fare una pausa dal percorso, prima di visitare la chiesetta sconsacrata della masseria e le guide ci raccontano del passato di Masseria Sorresso: inizialmente ci vivevano le suore di clausura che quando era pronto il pranzo, cucinato nei piani bassi, gridavano agli uomini sopra di scendere attraverso un buco sul soffitto, mentre loro sgattaiolavano in fretta in un altro posto del monastero, per evitare gli sguardi dell'altro sesso; erano pur sempre suore di clausura! Poi da monastero è diventata struttura abitativa nelle cui stanze l'ass. Don Bosco ha cercato di ricreare la vita di un tempo, con le donne che lavorano accanto al braciere in una camera da letto allestita come allora.  Nella culla c'è un bambolotto che dorme, mentre accanto al camino si fanno le orecchiette: non è ora di usare il telaio o di asciugar le robe sullo 'stendino' con sotto il braciere, infatti gli strumenti riposano nell'altra stanza. Un luogo di passaggio tra abitazione e cantina dove il giovane Antonio ci illustra i passaggi per ottenere un buon mosto e il vincotto; c'è un torchio vecchio 300 anni e vecchie botti, ma nessuno sa che intorno a masseria Sorresso ci sono rigogliosi vigneti, ora!

Abbandonata la cantina, entriamo nella parte di masseria messa in piedi tra '700 e metà '800: dopo pochi passi arriviamo al 'caseddon' dove originariamente veniva depositata la paglia, paglia, capanna, cosa vi ricorda? Non c'è tempo di chiederselo, è il momento dell'incontro con la natività, tra la paglia e un bell'angioletto biondo a far veglia su Maria, Giuseppe e il bambinello. I cuori si rasserenano un pò, fuori fa freddo, ma bisogna tornarci ancora,  prima di salutare il barbiere intento a far la barba a un giovanotto. Mest' Antonio, più avanti, ci racconta invece di essere un'aggiusta 'candr' rutt', quando i piatti si rompevano, il suo fil di ferro era irresistibile, ora lo chiamano per aggiustare anfore di abbellimento. In questo grande spazio i figuranti valorizzano antichi mestieri, mentre in fondo donne in grembiule lavorano la pasta e preparano frittelline e primo sale a volontà per i visitatori, che possono anche bere del buon vino rosso corretto con gassosa magari o semplicemente dell'acqua. Fuori muli e asinelli un pò pigri si fanno anche cavalcare, accanto alla carbonaia e all'abitazione dei boscaioli che li ospitava anche per sei mesi continui.

Incontriamo il presidente Flaviano Lenoci vestito da figurante, ma le risposte ce le dà da altissimo presidente: gli chiediamo l'affluenza in questi due primi giorni di presepe vivente, gli altri due appuntamenti sono prefissati per stasera e il 6 gennaio, dalle 17.30 alle 21.00 presso Masseria Sorresso sulla via per Castellaneta. "1400 persone il 26 dicembre e 1000 oggi, secondo le nostre stime". Per noi un buon risultato, ma vogliamo sapere perchè dopo 7 edizioni, anche quest'anno l'ass. Don Bosco ha riproposto l'evento, quali sono gli stimoli.

" E' l'ottava edizione, un'altra occasione dopo quelle degli anni precedenti di valorizzare le masserie dislocate sul nostro territorio, le tradizioni e la storia della nostra terra e degli avi, ma in primis abbiamo cercato logisticamente e idealmente di dare 'centralità' alla natività, perchè durante queste feste spesso perdiamo di vista cosa celebriamo e lo spirito cristiano finisce in secondo piano. Noi cerchiamo di valorizzarlo. Ringrazio per la collaborazione l'associazione, adulti e giovani nessuno escluso, i figuranti esterni, sponsor e visitatori ovviamente che son venuti a trovarci e che ancora verranno, ed anche il sig. Enrico Intini, proprietario della masseria, per la gentile concessione della location".

"Organizzare questo presepe ha portato serenità nella nostra associazione" puntualizza Lenoci e l'atmosfera che aleggia e che ci avvolge non si discosta dagli animi dei suoi figuranti.

 

 

 

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