NOCI (Bari) – La sezione nocese di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si inserisce nel dibattito sulla riforma, con l’ incontro cittadino nella sede di via Imbriani, il 25 novembre: al tavolo dei relatori Maurizio Procopio di Gioventù Nazionale, l’ex consigliere Nicola Miccolis del coordinamento della sezione nocese, l’avvocato Michele Rapanà, coordinatore regionale del dipartimento rapporti con le professioni e Marcello Gemmato, coordinatore regionale di partito. Assente per motivi di salute il coordinatore cittadino, Dino Mansueto. Le ragioni del NO partono dal governo “illegittimo” per arrivare ai punti delicati della riforma, primi fra tutti il senato a composizione regionale, rischioso per un’Italia ancora fortemente “rossa” e per la salute delle stesse amministrazioni locali e la piega centralista che tale camera potrebbe assumere (al tavolo dei relatori da sx Nicola Miccolis, Marcello Gemmato, Michele Rapanà e Maurizio Procopio).
È Michele Rapanà a toccare i punti tecnici del testo della riforma, enucleando le varie criticità riscontrate dal suo partito: i cambiamenti inerenti il Senato sarebbero i più preoccupanti, con il rischio secondo Rapanà che la legiferazione su tema regionale possa tenere sempre meno conto degli Enti locali e delle singole esigenze. Sempre il Senato, occupandosi di tematiche europee, potrebbe essere influenzato dal potere europeista pre-costituito (lobby, banche, ecc.) e venirne profondamente influenzato.
Scendendo sul piano delle regioni, l’introduzione del pareggio di bilancio andrebbe a scapito delle zone più finanziariamente deboli, senza togliere che la promessa di una riduzione del numero delle regioni stesse non è stata mantenuta. Sul piano elettivo, aggiunge Rapanà, non sarebbe accettabile non poter votare direttamente il premier e soprattutto pensare di affidare al segretario del partito vincente il potere di un’intera nazione.
Il discorso di Gemmato parte dalla situazione attuale: un governo definito illegittimo dalla Corte Costituzionale che a detta del coordinatore chiese una legge elettorale per poi poter andare subito al voto, cosa non verificatasi. Un governo non eletto che ha preso decisioni importanti per il profilo sociale del paese, vedi le unioni civili (tematiche da referendum, per Gemmato) e che ora sarebbe colpevole di voler allontanare sempre più il cittadino dal potere elettivo.
La proposta di riforma per quanto riguarda il Senato, circa la riduzione del numero dei senatori non inciderebbe realmente sulla spesa e soprattutto la papabile rappresentanza regionale con sindaci o consiglieri regionali chiamati al doppio ruolo di senatori, allo stato delle cose comporterebbe due rischi: il primo, che un’Italia fortemente di centrosinistra a livello locale (“nonostante l’Italia sia ontologicamente di centrodestra” precisa Gemmato) veda di conseguenza uno sbilanciamento netto a sinistra del Senato e delle sue importanti decisioni politiche e il secondo, di un’amministrazione locale impoverita e privata delle sue guide politiche. Procopio parla anche del conflitto d’interessi che andrebbe a crearsi nel caso di un Senato a rappresentanza regionale, proporzionale demograficamente alle singole regioni.
Dal contenuto alla forma, Gemmato sottolinea come un testo semplice e lineare come la Costituzione Italiana venga complicato da formalismi, commi e articoli vari, prendendo ad esempio proprio l’articolo 70, interessato dal testo della riforma. “Questo testo crea distanza tra la politica e il cittadino”, afferma Gemmato, che da qui fa riferimento al “partito del comico”, arrivato al 30% proprio con la delegittimazione della politica e il consenso dell’antipolitica.
Per il coordinatore regionale FDI-AN, inoltre, gli interessi dei grandi poteri e delle lobby sarebbero sempre più orientati verso i tanti stranieri ormai presenti in Italia, il futuro popolo consumistico e soprattutto facilmente gestibile e governabile (“diversamente da noi ormai avanzati culturalmente”).